James Pallotta

E’ ripartito lasciandosi alle spalle gli stessi dubbi di quando è arrivato. Sintesi forse un po’ troppo semplicistica, ma il soggiorno romano di James Pallotta si lascia alle spalle tanti sorrisi e rassicurazioni, ma nessun cambiamento rilevante rispetto a una settimana fa. L’avevano preannunciato, per la verità, da Trigoria: non vi aspettate chissà cosa dall’arrivo del presidente, le varie questioni continueranno ad esser gestite dalla dirigenza italiana. E così, infatti, sarà. Restano negli occhi gli abbracci con Spalletti, al termine di una cena più di facciata che realmente determinante per il futuro di un tecnico che ha chiesto a Pallotta di riaggiornarsi a fine stagione. Il mister toscano non è intenzionato a firmare, per il momento, immerso nel lavoro sul campo e perplesso su quello che potrà essere il nuovo assetto societario in relazione al mercato. Non conosce Monchi, ha finora lavorato prima con Sabatini, adesso con Massara e vorrebbe capire chi ci sarà a giugno, come si svilupperanno le manovre, e se andrà d’accordo con l’eventuale nuovo dirigente spagnolo. Anche perché la conquista del secondo posto, e il conseguente ingresso diretto in Champions, sarebbe di vitale importanza per il club, perché darebbe ossigeno al bilancio, evitando troppe cessioni dolorose, e stabilizzando il futuro. All’interno delle questioni lasciate irrisolte da Pallotta, c’è ovviamente anche quella legata a Francesco Totti. Il giocatore dopo l’intervista rilasciata a Maurizio Costanzo – in cui il giornalista si è lasciato andare a dei personali commenti contro Spalletti, reo di utilizzare poco il numero dieci, spingendolo alla pensione – è stato ospite ieri mattina dell’Edicola di Fiorello, rimbalzando da Mediaset a Sky all’interno di contenitori per nulla calcistici. E così, dopo aver praticamente pre-annunciato il suo avvicinarsi doloroso al post carriera, Francesco si è divertito tra battute e risate.

«Vengo in panchina? Tanto ci sono abituato» la primissima risposta a Fiorello entrando in diretta. E poi i complimenti all’amico Buffon per le mille partite. «Gli ho fatto tra i dieci e i quindici gol, ma non solo alla Juve. Se dovessi tirargli un rigore, glielo tirerei sulle parti basse». E giù risate. Il capitano giallorosso non ha incontrato Pallotta prima che il presidente ripartisse per Londra (giovedì pomeriggio), e si confronterà con Baldissoni a Trigoria nelle prossime settimane su quello che potrebbe essere il suo ruolo in società. Ruolo strettamente collegato a quello che sarà il futuro di Spalletti, perché è complicato immaginare una posizione dirigenziale di Totti accanto al tecnico con il quale non ha praticamente rapporti. Intanto Francesco continua a fare la cosa che ancora lo diverte di più: giocare. Ieri pomeriggio nell’amichevole in famiglia con la Primavera, disputata a Trigoria davanti a circa 400 tifosi – la società giallorossa ha deciso in mattina di aprire i cancelli – il numero dieci ha realizzato un gol spettacolare, di destro, dalla distanza, scatenando l’ovazione dei presenti. Poi anche un gol su rigore, con la gara che è terminata 3-1 per la Roma dei grandi (di Paredes la terza rete). Ora due giorni di riposo per tutti. Ha lasciato il campo, dopo un contrasto, Fazio, subito con la borsa del ghiaccio posizionata sull’interno della coscia destra. «Abbiamo intenzione di ripartire forte dopo la sosta – le parole del difensore a Roma Radio – vedo tutta la squadra convinta e la stagione non è finita: vogliamo vincerle tutte, in particolare superare la Lazio in coppa Italia».

(La Repubblica – F. Ferrazza)



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