Strette di mano e sorrisi per la stampa. Ma in realtà il tour istituzionale completato ieri da James Pallotta ha proposto anche qualcosa di sostanziale. Il primo ammonimento Pallotta lo ha rivolto alla sindaca Raggi, in Campidoglio: sono felice dell’accordo che abbiamo raggiunto (“Così il progetto è migliorato“, ha detto poi Pallotta), ma ora le chiedo fermezza sui tempi. Il 5 aprile è dietro l’angolo, ci vorrà un miracolo per tenere in vita questa Conferenza di servizi, ulteriori lungaggini sono da scongiurarsi. Per questo, già dopodomani dai proponenti saranno consegnati in Campidoglio tutti gli elementi perché la Giunta possa mettere mano ad una nuova delibera di pubblica utilità. Quasi impossibile che il testo sia pronto già giovedì, quando le opposizioni (in testa il Pd, che promette battaglia sul taglio delle opere pubbliche) hanno chiesto la convocazione di un Consiglio straordinario, interamente dedicato al dossier Tor di Valle. Ma nei giorni successivi, la Roma e il costruttore Luca Parnasi si aspettano fatti concreti. Li chiede, da tempo, anche la Regione.

Ieri, Pallotta ha fatto visita pure al presidente Nicola Zingaretti. E qui l’ammonimento il presidente della Roma lo ha ricevuto: le opere pubbliche vanno salvaguardate e agganciate all’apertura del nuovo stadio. Per la Regione, l’impianto si aprirà solo se saranno state completate tutte le infrastrutture previste. E pure su questo punto la Regione è stata chiara: qualsiasi modifica delle opere pubbliche richiederà una nuova Conferenza di servizi, con allungamento dei tempi, 6-8 mesi circa. Un’ipotesi cui, al netto delle dichiarazioni ufficiali («Nessun problema, è la volta buona, apriremo il cantiere entro l’anno»), sembra rassegnato anche Pallotta.

(Gazzetta dello Sport)



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