Maurizio Sarri e Paulo Sousa.

C’è un identikit che riassume i criteri con cui la Roma sceglierà il prossimo allenatore. Nonostante siano molte le panchine di serie A destinate a cambiare guida, quella giallorossa rischia di essere la più ambita. Ma il club non vuole correre rischi, per questo privilegerà la “pista italiana”: un tecnico cioè che già conosca il campionato, che non abbia bisogno di adattamento. Ma possa comunque esibire un profilo internazionale, che non pretenda di fare il “manager” e possa ripartire dal lavoro fatto da Spalletti, garantendo la crescita dei giovani che il club è intenzionato a mettergli a disposizione (Kessié, Pellegrini). E, ovviamente, che non costi cifre folli. Il profilo perfetto è quello di Maurizio Sarri, primissima scelta del club giallorosso. Ma portare a Roma il tecnico del Napoli è complicatissimo: De Laurentiis non intende liberarlo per una concorrente diretta e pretende il pagamento degli 8 milioni della clausola, che però scatta soltanto nel 2018. Insomma: dovrebbe consumarsi una frattura per permettere alla Roma di muoversi.

ROMA TRA SARRI E SOUSA, PIOLI-FIRENZE, DI FRANCESCO PER IL BOLOGNA – Per questo a Trigoria, dove pure hanno già avuto contatti con Sarri (si parla di una chiacchierata con il consulente Franco Baldini), non escludono scenari oggi imprevedibili, come lo Spalletti-bis (anzi, ter…). Ma visto che il tecnico manda segnali opposti, la società ha iniziato a valutare profili alternativi. Si sono proposti Mancini e Prandelli, la suggestione sarebbe dirottare gli interessi sull’emergente Carrera (primo in Russia con lo Spartak). Il nome più caldo è però quello del portoghese Paulo Sousa, ormai considerato “italiano” per l’abitudine alla serie A maturata da calciatore e in panchina. Una scelta di garanzia e che rispecchia alla perfezione tutti i criteri. Per lui si era parlato anche del Dortmund, ma Tuchel dovrebbe essere confermato al Borussia. A Sousa aveva pensato l’ambizioso Bologna, che però, se dovesse “divorziare” da Donadoni, andrebbe con forza su un altro nome: quello di Eusebio Di Francesco. Squinzi prova a blindarlo (“Il nostro allenatore non si tocca”), ma il tecnico del Sassuolo sta valutando l’idea di cambiare. S’era parlato insistentemente per lui della Fiorentina, dove oggi però il candidato principe è un altro: Stefano Pioli.

INTER, SPALLETTI DIETRO CONTE E IL CHOLO – Ovviamente, un nome condizionato al futuro dell’Inter. Dove l’ambiziosissimo progetto Suning sembra già pronto a fare a meno di lui. I sogni dei cinesi nerazzurri sono altri. Due in particolare: Antonio Conte e il “Cholo” Simeone. Il primo per motivi familiari sarebbe felicissimo di tornare in Italia (la moglie non ama la vita a Londra) ma dovrebbe prima riuscire a liberarsi dal contratto con il Chelsea, che ha riportato in vetta e ora punta forte su di lui. L’altro, se riuscisse finalmente a vincere la Champions con l’Atletico, potrebbe anche cedere alla tentazione nerazzurra. Per convincerli, Suning ha predisposto un’offerta pazzesca e organica: contratto da 9 milioni di euro e budget di mercato intorno ai 100 milioni di euro. Idee affascinanti ma decisamente complicate. Alla fine, allora, la soluzione ideale per rilanciare la Milano nerazzurra potrebbe essere un’altra, un nome di altissimo profilo ma più accessibile, complice la scadenza di contratto il prossimo 30 giugno: quello di Luciano Spalletti. Chiudendo un cerchio ideale con Roma, nel segno delle panchine itineranti.

BARÇA A UNZUÉ, WENGER PER IL PSG – Anche in Europa però il tour degli allenatori si annuncia appassionante. Il Barcellona saluterà Luis Enrique, ma se qualche tempo fa pareva in vantaggio Valverde (ha annunciato poche ore fa che lascerà l’Atheltic Bilbao) per raccoglierne l’eredità, oggi il favoritissimo è Juan Carlos Unzué, attualmente “assistant coach” dell’asturiano sulla panchina blaugrana. Un nome nel solco della politica del “self made coach”, avviata con Guardiola e proseguita con l’ex Roma. Per Enrique almeno un anno sabbatico. Non per Wenger invece: il francese, che dovrebbe interrompere dopo 21 anni il sodalizio con l’Arsenal, è tentato dal Psg, che però lo vorrebbe come direttore sportivo. I francesi valutano comunque la prospettiva di sacrificare dopo appena una stagione Unai Emery, complice soprattutto la bruciante eliminazione dalla Champions subita in rimonta al Camp Nou: Pochettino, del Tottenham, il nome preferito. Per sostituire Wenger i Gunners pensano invece a Ronald Koeman: avevano sondato anche Sampaoli, ma l’ex ct del Cile spera di ereditare la panchina della Seleccion Argentina. Sempre che il Siviglia non s’opponga alla vena itinerante del proprio entrenador.

(La Repubblica – M. Pinci)



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