Paolo Calabresi

AS ROMA NEWS DERBY LAZIO CALABRESI – Paolo Calabresi, attore romano e romanista, ha rilasciato un’intervista a Il Messaggero parlando del derby di questo pomeriggio contro la Lazio. Queste le sue dichiarazioni:

Paolo Calabresi, più difficile per la Roma vincere il derby oppure arrivare alla 4ª serie con Boris?
“Non cominciamo che queste cose portano di un male… E non vi azzardate a chiedermi il pronostico…Attacco il telefono, giuro (ride). Su Boris posso dire che nel 2011 sembrava che con il film avessimo scritto l’ultima parola, anche se l’idea di riprovarci l’abbiamo sempre avuta. Forse il film è stata una fuga in avanti frettolosa. Ogni anno ne discutevamo, poi c’è stata la malattia di Mattia (Torre, ndr) che ha interrotto questo processo. Alla fine però ce l’abbiamo fatta”.

Quanto è stato difficile ritrovarsi dopo 11 anni senza Mattia Torre e Roberta Fiorentini?
“Molto complicato ma allo stesso tempo ci ha arricchito. In questa 4ª stagione c’è qualcosa in più a livello di malinconia dovuta alla scomparsa prematura di questi due amici. L’omaggio che abbiamo fatto l’ho trovato raffinato, commovente e ha contribuito al successo che stiamo avendo. Ora non c’è più soltanto il cazzeggio e il pubblico l’ha capito”.

Ci racconta il binomio anomalo tra Boris e la Disney?
“Strano eh? Abbiamo carta libera ma con grande terrore (ride). È chiaro che Disney Italia è diversa da Worldwide e quindi sapevano come l’autoironia avrebbe loro giovato. Vai però a spiegarlo a Los Angeles quando Biascica dice A merdu’…Tanto di cappello”.

A proposito di Biascica, come si avvicina al derby?
“Come tutti gli anni. Con sta roba che inizi la settimana con problemi a livello digestivo. Così arrivi gli ultimi 3 giorni che non mangi più. E poi subentra una strana fretta in tutto quello che fai. È la voglia di accorciare questa terribile sofferenza. Il derby è una malattia a scadenza che inizia il lunedì e si chiude la domenica con un senso di vuoto che colmi o meno col risultato”.

Ma Biascica è concentrato nel presente o ancora alle prese con il gol di Turone?
“Quella è una brutta storia che ormai è chiaro come dietro ci fossero i servizi segreti. È assodato e si capisce dallo sguardo di Brio nella 3ª stagione di Boris”.

Per gli autori lei è sempre stato Biascica?
“Ho fatto un provino per René Ferretti ma nemmeno avevo finito che Ciarrapico (regista, ndr) arriva e mi fa ‘No, tu sei Biascica, il capo elettricista’. Chiedo di mandarmi due puntate. Quando le leggo sono impazzito, si capiva subito che c’era qualcosa di speciale. Dissacrante ma raffinato”.

Bene o male come la sua esultanza al gol di suo figlio Arturo contro la Roma…
“Ho iniziato un percorso di analisi che mi sta aiutando a distanza di tempo… Mi hanno riferito che sono rimasto immobile. Non perché fossi deluso ma perché ero scioccato. La Roma mi ha cambiato la vita. Dai ricordi con mio padre a quando mi sono finto Nicholas Cage per entrare a San Siro…Quel gol è stato come la chiusura del cerchio”.

Tornando a Boris, Mourinho chi potrebbe interpretare?
“René Ferretti, con i suoi scatti improvvisi, da attore consumato. È la sua grandezza, José è un puparo, ci prende un po’ in giro a tutti. Qualsiasi cosa fa è per mandare messaggi subliminali”.

Ma come finisce il derby?
“Ancora??? Arrivederci”.



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