Gianluca Paparesta

(Il Tempo – S. Pieretti) Imprescindibile Var. Al termine di una settimana ricca di polemiche scaturite dalla direzione arbitrale delle due semifinali di Champions League, gli addetti ai lavori si esprimono a favore della video assistenza in Europa. Gianluca Paparesta, ex fischietto internazionale e oggi moviolista di Mediaset Premium sposa appieno la causa. «Gli arbitri debbono seguire l’evoluzione che sta vivendo il mondo del calcio – sottolinea -mai come adesso e è necessario adeguarsi senza arroccarsi su posizioni di protagonismo. L’arbitro è una componente che deve essere considerata al pari di altre. Spero che gli spettatori possano vedere le immagini Var, comprenderebbero meglio tutti. Ma l’Uefa – contrapposta alla Fifa – continua a difende il vecchio metodo. «La Fifa ha intrapreso il percorso Var da diverso tempo, l’Uefa – anche sotto l’input del designatore – ha rallentato questo percorso: Collina non ha mai espresso giudizi positivi nei confronti del Var. È una scelta anacronistica, fuori dal tempo. Gli addizionali di porta sono stati un esperimento fallimentare, pensare a una nuova Champions senza Var è decisamente antiquato». La moviola sarà protagonista al prossimo Mondiale. «Sarà differente rispetto a quello che siamo abituati a vedere: ci sarà una sede centrale a Mosca dove arriveranno le immagini di tutte le partite, valutate da arbitri che hanno già utilizzato il mezzo tecnologico. In Champions League avrebbero il problema delle tante partite in contemporanea, ma a certi livelli non si possono più accettare errori del genere: una soluzione va trovata. Le decisioni prese al Var vengono accettate da tutti, col Var – rigore o non rigore – la protesta che ha portato all’espulsione di Buffon non ci sarebbe mai stata». Separerebbe le carriere tra arbitro di campo e arbitro al video? «Non sarei contrario. Questa è una fase di sperimentazione, il protocollo sarà oggetto di revisione e modificato. Il ruolo dell’arbitro Var potrebbe essere anche intrapreso dagli ex arbitri che hanno l’esperienza giusta per poter valutare determinate situazioni di gioco». Darebbe la possibilità alle squadre di chiamare il Var? «Sì, sarei d’accordo. Studiando un protocollo e stabilendo dei criteri oggettivi, non ci vedrei nulla di male».



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