Udinese-Roma 4-0

AS ROMA NEWS UDINESE – Un erroraccio per tempo, di Karsdorp e Rui Patricio, condanna la Roma alla prima sconfitta stagionale (i giallorossi non perdevano in campionato dal 9 maggio, 2-0 in casa della Fiorentina). L’uno-due nel finale, con la parabola beffarda di Pereyra (con l’ex Wolves ancora incerto) e il contropiede concluso da Lovric, trasforma invece il ko in un tracollo imprevisto e imprevedibile. Nella forma e nelle proporzioni, riferisce Il Messaggero.

E nemmeno a dire che alla vigilia Mourinho non avesse avvisato ambiente e squadra sulla pericolosità dei friulani. Quello che però José non poteva prevedere erano le gaffe dell’olandese e (quelle ripetute) del portoghese. La prima dopo appena 5 minuti, quando il terzino, appoggiando di petto al portiere, non si è accorto che dietro di lui c’era Udogie, lesto a spedire in rete. A quel punto restavano 85 minuti per tornare in partita ma ancora una volta, come accaduto a Torino contro la Juventus, i giallorossi hanno faticato ad alzare il baricentro, rimanendo lunghi e vulnerabili alle ripartenze della squadra di Sottil.

Poi, quando José ha provato a ridisegnare la squadra con l’inserimento di Belotti, è toccato a Rui Patricio fare harakiri. Non solo sul 2-0, ma anche sulle altre due reti (nell’ultima il pallone gli passa tra le gambe). La Roma perde così l’occasione di tornare in vetta e si assesta nel gruppone (nel quale c’è sorprendentemente anche l’Udinese) che attende oggi il risultato dell’Atalanta, impegnata a Monza.

E pensare che dopo 28 secondi, Dybala sembrava voler far subito capire che aria tirasse alla Dacia Arena. Emulando il primo gol al Monza, Paulo parte palla al piede e si fa tutta la metà campo friulana. Stavolta, però, una volta entrato in area allarga troppo il mancino con il pallone che finisce a due metri dal palo destro di Silvestri. In tribuna, tra i dirigenti giallorossi, ci si guarda compiaciuti ritenendo che possa essere il prologo ad una partita in discesa. E a dir la verità la sensazione si respira anche altrove, dovuta al fatto che rispetto alle ultime uscite Pellegrini, più che partire al fianco della Joya, regala una copertura maggiore, giostrando da mezzala vicino a Matic e Cristante, e prendendo in consegna gli inserimenti di Samardzic.

La Roma sembra quindi equilibrata, compatta, pronta a fronteggiare la corsa dell’Udinese e a punirla in contropiede sfruttando le fasce e la vena di Dybala. Il patatrac di Karsdorp costringe invece Mourinho a cambiare in corsa canovaccio tattico con Sottil che si limita ad aspettare i giallorossi con un 5-3-2 molto corto che ha il compito di azzerare gli spazi. Rispetto alle prime quattro uscite stagionali, la Roma si vede così costretta a non concedere più il possesso palla agli avversari ma esser lei a far girare il pallone, cercando il varco giusto. Che ci sarebbe per Dybala, il migliore dei giallorossi, al 14′ su invito di Spinazzola ma Silvestri risponde presente.

L’alternativa sono le palle da fermo. Ma stavolta le torri romaniste non inquadrano mai la porta. Sette le conclusioni alla fine dei primi 45 minuti, appena una nello specchio della porta. Mou rivoluziona la squadra nell’intervallo: fuori Karsdorp e Cristante, dentro Celik e Belotti. Si passa al 3-4-1-2 con Dybala trequartista. Tocca però al turco, appena entrato, regalare il primo sussulto. Lanciato in area, entra in contatto con Becao: Mourinho schizza dalla panchina, chiedendo il rigore ma Maresca redarguisce il laterale e ammonisce il tecnico. José ride in modo beffardo.

Il peggio però deve ancora arrivare. Dopo Karsdorp, infatti, ci pensa Rui Patricio a fare la frittata. Samardzic si libera della marcatura di Pellegrini e conclude di sinistro dai 20 metri. La palla rimbalza davanti al portoghese che a quel punto non può più arrivarci. Il colpo è quello del ko. Basta guardare il volto di Abraham o quello di Lorenzo (in difficoltà come poche altre volte). La Roma, spentosi anche Dybala (che poi chiederà scusa ai tifosi) e spaccata in due tra attacco e il resto della squadra, ormai va avanti per inerzia, prestando il fianco alle ripartenze friulane.

Belotti corre a vuoto, Paulo non ne ha più, Tammy continua a sbattere contro Becao mentre il pallone deviato da Mancini in mischia colpisce invece il palo. È l’ultimo sussulto. Mou prova la carta Zalewski (a destra) ma ormai l’Udinese è padrone del campo. Le reti di Pereyra e Lovric sono soltanto la logica conseguenza. Finisce 4-0 (debutto nel finale di Camara) e la Roma, dopo un’estate a sognare, torna con i piedi per terra.



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