Il gol al Torino di Leandro Paredes è la perla della giornata perché è un prodigio di tecnica: su un rinvio della difesa granata verso la periferia dell’area di rigore, l’argentino arriva perfettamente bilanciato, blocca la caviglia destra e di controbalzo trasferisce tutto il peso del corpo sul pallone coprendolo e imprimendo una forza tremenda. Solo così la traiettoria resta bassa, rasoterra, imprendibile: difficilissimo far volar via così la palla. Gli esempi per Paredes non sono mancati: Francesco Totti e Juan Roman Riquelme, due che quando calcia(va)no pieno il pallone filava via dritto per dritto. «Riquelme è stato il giocatore che guardavo e che mi piaceva di più. Ed è stato troppo importante per la mia crescita, fondamentale. Mi riempì di consigli all’epoca e ancora oggi ci sentiamo, quando mi guarda giocare mi scrive. Prima di smettere dichiarò a tutti che sarei stato io il suo erede calcistico», ha raccontato Paredes.
Dopo il siluro al Toro, Paredes può cominciare a pagare le tasse di successione. Anche se nel frattempo il suo raggio d’azione lo ha portato qualche metro più indietro rispetto al «Mudo». Ora porta sulle spalle anche il «5», il tradizionale numero che in Argentina appartiene al «volante», cioè al regista davanti alla difesa. In Patria, qualcuno ha cominciato a sollecitare il viaggio nella Capitale di Edgardo Bauza, c.t. della Seleccion: i tifosi dell’Albiceleste sono rimasti incantati dalla rete (e dalle prestazioni) di Paredes.
(Gazzetta dello Sport)
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