Sarà una Roma diversa da quella base quella di stasera e non potrebbe che essere così, considerando il risultato dell’andata (4-0) che ha messo al sicuro i giallorossi da – quasi – ogni brutto pensiero. «Ma noi dobbiamo ragionare in modo diverso, la storia del calcio è piena di risultati incredibili – dice Spalletti – E se stasera ragioneremo così resterò deluso di me e dei miei giocatori. Dobbiamo fare la partita per vincerla. Noi favoriti subito dopo il Manchester United? Non lo so, ma so che vogliamo vincere molte partite e arrivare il più lontano possibile. E di certo ci vuole fantasia a chiamare riserve questi giocatori».

Stasera, comunque, sarà soprattutto una vetrina per chi cerca visibilità anche altrove, nelle partite che verranno, quelle che contano davvero. Juan Jesus e Vermaelen («È arrivato il momento di dimostrare chi sono: voglio giocare qui e restare a lungo a Roma, visto che ho l’età giusta per eccellere», ha detto ieri il belga) in difesa, Paredes e Mario Rui in mediana, Totti, El Shaarawy e Perotti davanti. Sì, anche Perotti, proprio lui che fino a qualche tempo fa sembrava indispensabile e che negli ultimi tempi è scivolato sempre più in panchina, complice anche il ritorno di Salah dalla Coppa d’Africa e il nuovo modulo (3-4-2-1 al posto del vecchio 4-2-3-1). «Ho ancora due anni di contratto con la Roma, poi mi piacerebbe tornare al Boca Juniors per cambiare l’immagine che ho lasciato lì – dice l’argentino – Vorrei avere una seconda chance, anche se è difficile. Paredes? Ha davanti un futuro enorme. Può essere il numero 5 della Roma per i prossimi anni». Già, Paredes, proprio lui. Oggi salirà in cabina di regia per proiettare definitivamente la Roma verso gli ottavi: «Devo continuare a crescere, in gara e in ogni allenamento», dice lui.

(Gazzetta dello Sport)



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