Chissà, magari quel cam­bio di gioco era simboli­co. Era un cambio di vita, la svolta di una storia che Leo Paredes non è mai riuscito a scrivere per bene e che, con quel lancio di destro alla fine del primo tempo dall’altra par­te del campo per Totti, ha ini­ziato pian piano a modificare. Leo dentro questa Roma non è mai entrato davvero. E allora fa ancora più notizia, buona noti­zia, se Luciano Spalletti alla fi­ne della partita con il Crotone ha voluto elogiare il centro­campista nello spogliatoio di fronte a tutta la squadra. E qualche minuto più tardi l’alle­natore ha voluto pure ribadire il concetto pubblicamente: «Il merito di questa vittoria è dei due centrocampisti – ha detto –. Paredes e Strootman hanno disputato una grande partita, per quantità e qualità. Leo, se si vanno a vedere le statistiche, ha toccato bene un’infinità di palloni». Tradotto in numeri: Leo ha giocato 120 palloni, smistandone in maniera positi­va 100, nessuno come lui in campo.

NUOVE GERARCHIE? – Punto pri­mo: Spalletti non è tipo che i complimenti li regala in giro così, gratis. Punto secondo: Pa­redes ha mostrato la personali­tà che fin qui s’era tenuto nel portafoglio. L’ha fatto da subi­to, non a risultato in cassaforte. La cassaforte ha provato ad aprirla lui, pure all’inizio, quando con un suo inserimento centrale ha innescato Dzeko sull’azione del palo. Punto ter­zo: Paredes ora torna ad essere molto più di un’alternativa nel­la testa di Spalletti e della Ro­ma tutta. Perché lo era diventa­to nelle ultime settimane, altro che storie. Lo era diventato do­po quella bocciatura nella notte shock con il Porto, quando tra­dì nella prestazione il tecnico che gli aveva dato fiducia nella sera più importante, al punto di spingerlo verso una sostituzio­ne sul finire del primo tempo. I minuti di Cagliari poi, la prova così così di Plzen: ecco gli altri ingredienti che avevano piaz­zato una cappa così sopra la te­ sta dell’argentino. Quel lancio per Totti ha spazzato via tutto. I complimenti di Spalletti segna­no un confine, una fiducia ri­trovata. La morale è ovvia: se Leo costringe il tecnico a fidarsi nuovamente di lui, il centro­ campo forse sembrerà un po’ meno corto di quanto non ap­paia oggi. E le gerarchie per una maglia da titolare non sa­ranno così scontate, a partire da Torino e correndo per tutta la stagione. Magari proseguen­do sulla strada del 4­2­3­1, che pare il modulo nel quale Pare­des si muove meglio. Quel mo­dulo con cui il tecnico fece la storia piazzando in mezzo al campo Pizarro. Ecco, quel pa­ragone di Spalletti, che un gior­no di fine luglio accostò l’ar­gentino al cileno, aveva proba­bilmente altri scopi in ottica mercato. Magari oggi può tor­nare buono per indicare la via.

(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini)



FOTO: Credits by Shutterstock.com

© RIPRODUZIONE RISERVATA

🚨SEGUICI IN DIRETTA🚨