Stadio della Roma

(Il Tempo – F. Magliaro) Domani arriverà il «sì» e lo Stadio della Roma di Tor di Valle passerà da progetto su carta alla fase operativa. La nota del Campidoglio giunge in email alle 18.30 di ieri «Dopo un accurato e sinergico lavoro da parte degli Uffici e dei Dipartimenti coinvolti, Roma Capitale ha inviato alla Regione Lazio il parere unico favorevole riguardante il progetto dello stadio di Tor di Valle oggetto della Conferenza dei Servizi». La Regione Lazio, lo scorso 13 novembre, aveva fissato a ieri la scadenza del termine per la consegna dei vari pareri unici sul progetto, che dovevano essere formulati, uno per ciascuna Amministrazione, dallo Stato, dalla Regione stessa, dalla Città Metropolitana e dal Campidoglio.

Fino a ieri sera, quello di Roma Capitale era l’unico parere che è stato ufficialmente consegnato in Regione. E prima della nota del Comune, la casella «consegne» era rimasta desolata e vuota, anche se gli uffici tecnici delle Amministrazioni pubbliche coinvolte avevano comunicato che la redazione dei pareri era in atto. A questo punto, è più che probabile che i pareri mancanti – Stato, Regione e Città Metropolitana – possano essere protocollati direttamente domani quando, alle 10, tornerà a riunirsi la Conferenza dei Servizi per quella che viene annunciata come l’ultima seduta. Oramai da alcune settimane, lato proponenti, trapelava un cauto ottimismo sull’esito dell’iter. Se, come da previsioni, tutti i pareri – compreso quello del Campidoglio la cui nota nulla dice in merito a eventuali prescrizioni che sarebbero poche e non particolarmente rilevanti – saranno positivi, l’attenzione si centrerà sull’analisi proprio degli emendamenti che le diverse Amministrazioni avranno emanato nei loro scritti. Difficile ipotizzare il «no» all’opera privata più importante sulla città di Roma che da almeno quindici anni a questa parte è stata presentata. E sulla rete, non appena diffusasi la notizia del «sì» del Campidoglio si sono aperte le danze: si va da «un caro saluto a Paolo Berdini #idrovora» a un più prosaico futuro appuntamento «nel traffico».

Si procede, dunque, verso l’ok finale sul quale, però, peseranno certamente le prescrizioni: il Ponte di Traiano sembra ormai definitivamente scomparso dalle carte, anche da quelle del Ministero delle Infrastrutture che pure aveva avanzato molti dubbi in merito. Tuttavia, occorrerà attendere la consegna dei diversi pareri per poter analizzare esattamente il «peso» di queste prescrizioni sulle quali la presidenza della Conferenza dovrà lavorare per «trovare la quadra», il minimo comun denominatore. Tutto questo potrebbe portare la Conferenza stessa a una seduta lunga un paio di giorni, ovviamente con interruzioni e riconvocazioni da un pomeriggio alla mattina dopo. A questo punto, si può riprendere il calendario per cercare di scadenzare i diversi appuntamenti che ancora separano la Roma e il costruttore Luca Parnasi dalla fatidica prima pietra.

Terminata la Conferenza vera e propria, dovrà essere redatto un verbale finale che sarà fatto proprio dalla Giunta Regionale con propria delibera. Subito dopo, lo stesso testo entrerà in Campidoglio come variante urbanistica per essere ratificato dal Consiglio comunale «nella prima seduta utile», cioè non appena ci sarà un «buco» dei lavori d’aula. Insieme a questo verbale, dovrà essere redatto in Conferenza dei Servizianche il testo della convenzione urbanistica: l’atto fondamentale che regola i rapporti fra i proponenti e il Comune e disciplina le varie fasi della costruzione del complesso. Conclusi questi passaggi obbligatori, i proponenti potranno far partire le procedure per le gare europee per le opere pubbliche e iniziare la campagna di scavi archeologici e le demolizioni dei vari manufatti. Tutto questo occuperà difficilmente meno di 6-8 mesi di tempo. Poi, via al cantiere. Finalmente.



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