Luca Parnasi e Mauro Baldissoni

NOTIZIE STADIO AS ROMA PARNASI – Non c’è solo l’accusa di finanziamento illecito ad appesantire le spalle del tesoriere del Pd, Francesco Bonifazi, indagato nella maxi inchiesta sui rapporti opachi tra l’imprenditore Luca Parnasi – già imputato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione – e la politica.

Ora, il procuratore aggiunto Paolo Ielo e le pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli ipotizzano a suo carico anche l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, nel filone parallelo a quello sul giro di favori e mazzette legato alla realizzazione dello stadio della Roma a Tor di Valle. Se da un lato si aggrava la posizione del tesoriere dem, ieri il suo omologo della Lega, Giulio Centemero, indagato pure lui per finanziamento illecito in concorso con l’imprenditore romano, si sarebbe dovuto presentare in procura per chiarire la sua posizione. Le accuse mosse a Centemero sono relative alla donazione di 250mila euro – alla vigilia delle ultime elezioni – da parte di Parnasi alla Più Voci, onlus considerata vicina al Carroccio.

Agli atti dell’inchiesta, le intercettazioni dell’imprenditore e le dichiarazioni rilasciate ai pm: Parnasi avrebbe ammesso di avere trattato con Centemero sulle cifre e di avere poi delegato la questione ai suoi soci. Per quanto riguarda Bonifazi, invece, nel mirino dei pm c’è il finanziamento da 150mila euro che il costruttore avrebbe erogato in favore della Fondazione Eyu, vicina al Pd e presieduta dal tesoriere dem.

Il sospetto dei magistrati è che il denaro fosse destinato al partito: la fondazione potrebbe essere stata usata come canale per fare arrivare al Pd soldi non in chiaro, circostanza sempre smentita dall’esponente dem. Mentre proseguono le indagini sui rapporti del costruttore con la politica, l’affaire Tor di Valle arriva sul banco degli imputati. Si è già aperto il processo a carico del consulente della sindaca Virginia Raggi, Luca Lanzalone, accusato di corruzione per avere agevolato Parnasi in cambio di incarichi. Mentre per l’imprenditore e altre 14 persone – i suoi collaboratori, politici e funzionari capitolini – è prevista l’udienza preliminare il 2 aprile: il gup dovrà decidere se rinviarli o meno a giudizio.

(Il Messaggero – M. Allegri)



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