Luca Parnasi

NOTIZIE AS ROMA STADIO PARNASI – La fame di cemento del gruppo Parnasi non si fermava al Nuovo Stadio della Roma. Dalle carte dell’inchiesta che ha portato all’arresto del costruttore e che sta facendo tremare i Palazzi del potere, emerge infatti che il gruppo impegnato, secondo il gip Maria Paola Tomaselli, a mettere a punto “un modello di corruzione sistemica” intendeva fare affari anche ai Castelli, rispolverando il vecchio progetto della cosiddetta “Marino2” e rendendolo funzionale all’affare principale, quello appunto dello stadio. Un obiettivo per cui Luca Parnasi avrebbe cercato di piegare ai suoi interessi l’attuale giunta pentastellata di Marino e di corrompere il presidente della Cassa Forense, ricorrendo tanto ai favori del coindagato Adriano Palozzi, consigliere regionale di Forza Italia, che del faccendiere Luigi Bisignani, oltre alla rete di Luca Lanzalone, il manager travolto dall’indagine e che tanti affanni sta ora causando alla giunta di Raggi.

Quando Palozzi era sindaco di Marino e Renata Polverini presidente della Regione Lazio venne dato il via libera a una maxi lottizzazione nella zona del Divino Amore. Una sorta di “Parnasi City”. Su un’area di 55 ettari vennero previste palazzine dove far vivere 15mila persone, strade, centri di aggregazione e perfino una stazione ferroviaria.

Quasi un milione e mezzo di metri cubi di cemento che fecero insorgere ambientalisti e comitati di cittadini della zona, gravata tra l’altro da vincoli idrogeologici e archeologici. Poi, eletto Palozzi in Regione, la giunta di centrodestra del suo successore, Fabio Silvagni, venne spazzata via da un’inchiesta su fatti di corruzione e anche usura, e l’attuale esecutivo a 5 stelle ha bloccato la “Marino 2”. Parnasi, che vista la situazione aveva ceduto il progetto nei Castelli Romani alla Dea Capital Sgr, si è però a un tratto trovato a doversi riprendere le quote della società che doveva occuparsi della lottizzazione, la “Ecovillage”. La Dea Capital avrebbe infatti acquistato da lui e pagato subito il progetto del Nuovo Stadio della Roma. Ma a una condizione: avrebbe dovuto riacquistare le quote di “Ecovillage” diventate improduttive. Necessario così al costruttore far ripartire il progetto e possibilmente vendere a sua volta quelle quote.

A quel punto, in base alle indagini dei carabinieri, a partire dalle numerose conversazioni intercettate, l’imprenditore si sarebbe rivolto all’amico Palozzi, quello che prima delle ultime elezioni regionali, ricevendo da Parnasi un contributo per la sua campagna elettorale, gli avrebbe detto di essere pronto a prendersi in caso di vittoria l’assessorato più utile agli affari dello stesso Parnasi: «Quello che ci è più utile Lù. Parliamone». E proprio il consigliere regionale azzurro ha rassicurato l’imprenditore dicendogli che il sindaco di Marino sarebbe stato avvicinabile, ma il problema sarebbe sorto con 5-6 consiglieri grillini non disponibili a compromessi: «Io il sindaco lo conosco bene, caro amico, ogni tanto ci vediamo. Lui è un uomo di centrodestra, sportivo pure nei ragionamenti, quindi non ha grandi problemi». E Parnasi: «Qualunque cosa, non c’è problema».

Di più, in consiglio comunale Palozzi assicura il sostegno del centrodestra: «Io nel momento che lo faranno farò dire ai miei, che sono tutti all’opposizione, è quello che abbiamo sempre sostenuto, pronti a sostenere al Consiglio se ti mancano i numeri». Illazioni, dopo gli arresti e la pubblicazione delle intercettazioni, smentite con forza da Colizza. Parnasi avrebbe però cercato anche di far acquistare le quote di Ecovillage dalla Cassa Forense, in cambio del finanziamento della campagna elettorale del presidente Lucio Nunzio, candidato al Senato con Forza Italia, coinvolgendo Bisignani, e avrebbe poi tentato di far annullare la delibera grillina che ha stoppato il progetto di “Marino2” affidandosi allo studio di Lanzalone. E i consulenti erano ottimisti:«A Marino è in carica il sindaco va beh e quindi da quel punto di vista volendo secondo me si può anche». E in più pensavano al futuro governo 5S: «La cosa sta in piedi in ogni caso, appunto come come dici tu… c’è il Governo, c’è tutto». Ma i progetti dei tecnici di Lanzalone sono naufragati davanti agli arresti disposti dalla Procura di Roma.

(La Repubblica – C. Pistilli)



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