Dan e Ryan Friedkin

AS ROMA NEWS STADIO PIETRALATA FRIEDKIN – Non c’è solo uno stadio, un asset, una proprietà, un pezzo di ricchezza da valorizzare. Dietro, forse, c’è molto di più. Pietralata, il quartiere degli ultimi tanto amato da Pier Paolo Pasolini, non vede l’ora che il futuro diventi attualità grazie alla Roma e alla famiglia Friedkin, scrive La Gazzetta dello Sport.

Nella zona dove nascerà il nuovo impianto, le piscine spesso utilizzate dalla Federnuoto già sono considerate un patrimonio, figuriamoci uno stadio. Pietralata non vede l’ora di aprirsi al calcio e al mondo: nuovi posti di lavoro, nuovi servizi, nuova ribalta. Non c’è abitante, in questa anima popolosa e popolare di Roma distante appena sette chilometri dal Colosseo, che non guardi con curiosità e ottimismo al nuovo stadio che i Friedkin vogliono regalare al club per i suoi cento anni.

L’area sarà riqualificata, ci saranno nuovi servizi e saranno implementati quelli già esistenti. Il parco dei tremila alberi, la viabilità potenziata che consentirà di andare allo stadio con i mezzi pubblici (si ipotizza che oltre il cinquanta per cento degli spettatori lo potrà fare) senza creare problemi all’ospedale Pertini, la certezza del fatto che sarà innovativo ed ecostenibile. Anche per tutte queste ragioni il quartiere ha detto sì. insomma, c’è la percezione che questo sia un progetto davvero per la città e dentro la città, che non ci siano cattedrali nel deserto e che, forse, possa essere da stimolo nel far ripartire una Roma troppo spesso, negli ultimi anni, abbandonata a se stessa.

E proprio per questo la famiglia Friedkin vuole fare qualcosa di più che finanziare un impianto che sarà senz’altro strategico per il futuro della società. C’è la sensazione, infatti, che vogliano lasciare un segno non solo nella Roma, ma nella stessa Capitale. Proprio per questo il presidente Dan e il figlio Ryan saranno coinvolti in prima persona nella realizzazione del progetto, a partire dal disegno dello stadio. Insieme agli esperti che saranno ingaggiati, sarà la stessa famiglia a collaborare al progetto, quanto meno per l’aspetto estetico.

Al momento, comunque, non è stato ancora nominato un architetto e a Trigoria stanno valutando se sceglierlo tramite un concorso internazionale oppure con appalto diretto. In ogni caso numerosi studi specializzati nella realizzazione di impianti sportivi sono già stati incaricati di confezionare un primo progetto di lavoro, che si basi in ogni caso sulle idee dei Friedkin.

Che la proprietà sia comunque disponibile ad ascoltare la “pancia” della città, lo si capisce anche dalla virata fatta sul fronte della capienza del nuovo stadio. Dopo la catena di “sold out” che stanno accompagnando ogni partita della squadra giallorossa da aprile, è stato deciso di aumentare la capienza da 55 mila a 61 mila posti (estendibili a 65mila).

Un numero di potenziali spettatori che permetterebbe di ospitare una finale di qualsiasi competizione internazionale sotto l’egida di Uefa e Fifa. Non basta. Anche per venire incontro al tifo più caldo, la curva Sud sarà virtualmente trasferita in blocco nel nuovo impianto. Questo significa che avrà la stessa capienza di quella dell’Olimpico e che gli abbonati potranno scegliere stessa fila e numero di seggiolino dell’attuale abbonamento. Insomma, oltre al futuro ci sarà anche un passato che non passa. E questo e la cosa che la città di Roma andava cercando.



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