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Rassegna stampa

Paura Zaniolo, ginocchio ko. La Roma torna a tremare

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NOTIZIE ITALIA INFORTUNIO ZANIOLO – La grande paura arriva al 42’ del primo tempo di Olanda-Italia. Sembra un contrasto come tanti altri, ginocchio contro ginocchio, tra Zaniolo e Van de Beek. Doloroso, certo, ma traumatico. Ce la si può cavare con un livido. Ma la reazione di Nicolò spezza il fiato ai tifosi della Roma. È spaventato. Sull’orlo delle lacrime. Si capisce subito che dovrà uscire dal campo e per fortuna lo fa sulle sue gambe. Niente barella, ma Zaniolo zoppica vistosamente ed è soprattutto il suo sguardo a preoccupare. Non ha la forza neppure di dare la mano a Kean che entra al suo posto.

Parte allora la ricerca spasmodica del filmato dello scontro. La botta c’è, sul ginocchio destro, quello operato il 13 gennaio scorso dopo la rottura del legamento crociato nella partita contro la Juventus. Ma la preoccupazione è per l’altro, il sinistro. Guarda e riguarda. Sembra proprio di vedere un movimento poco congruo dell’articolazione dell’altro ginocchio. È come se il romanista facesse un piccolo salto verso l’alto. Una mossa per proteggersi? Qualcosa di molto peggio? Lo possono dire soltanto esami più approfonditi.

Il professor Ferretti, nel dopo gara, centellina le parole ma il messaggio è purtroppo chiaro: «C’è una distorsione importante al ginocchio. È difficile però valutare bene perché bisognerebbe fare un paragone a livello di stabilità con l’altro ginocchio, il destro, che però è stato operato di recente. Aspettiamo i risultati degli esami. Lui è molto preoccupato, come lo siamo noi». La Nazionale è ripartita nella notte, i medici di Villa Stuart erano già in allarme.

A Roma è rabbia pura. Parte una serie di improperi dei tifosi giallorossi su tutti i social che maledicono la Nazionale. Giocare a calcio fa correre dei rischi, non si può vivere dentro una bolla. Ma i romanisti hanno conosciuto il dolore per i due infortuni di Strootman, di Karsdorp, di Florenzi… Sanno che anche quando la guarigione è data per completata resta sempre una quota di destino che nessuno può calcolare.

E pensare che nel pomeriggio, durante la premiazione del Premio Calabrese, il Coeo giallorosso Guido Fienga aveva parlato di Zaniolo, Pellegrini e Dzeko come punti fermi per la stagione del riscatto. L’ultimo perché «è il capitano della Roma e, se lo vuole, continuerà ad esserlo. I primi due modello del nuovo stile Friedkin: i migliori non si vendono. Magari si rinuncia a un colpo costoso di mercato ma non lo si finanzia come era capitato spesso con Pallotta vendendo talento. Fienga, con un dribbling dialettico, spiega che la gestione precedente era più «finanziaria» e la presente «imprenditoriale».

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Poche ore dopo si torna indietro nel tempo, a gennaio, ma questa volta con la disperazione di un deja vu. Nel primo tempo contro l’Olanda, come sempre, Zaniolo aveva giocato con coraggio. Spunti di potenza, anche una rovesciata su cross di Spinazzola per cercare un gol che sarebbe finito in prima pagina. Lo stesso Nicolò che a Ferrara, contro la Spal, si era mangiato tutto il campo per andare a segnare un gol da solo contro tutti.

La Roma del futuro ha bisogno di Nicolò, così come del possibile ritorno di Totti e De Rossi, che Fienga aveva lasciato in qualche modo trapelare: «Do per scontato la relazione e la passione che De Rossi e Totti hanno per la Roma. Trovo sia sbagliato, però, mettere tutta questa pressione su di loro, dando per definito il loro ritorno. Hanno avviato dei percorsi professionali per cui oggi stanno acquisendo competenze specifiche. Poi ci sarà un momento in cui ritorneranno. C’è un rapporto molto bello e sereno con Totti, De Rossi e con tutti». Ma a Roma, in questo momento, nessuno pensa al futuro. Si pensa solo al presente. Solo a Nicolò.

(Corriere della Sera – L. Valdiserri)

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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