ULTIME NOTIZIE EURO 2020 ITALIA – Il lunedì è persino più emozionante della domenica. Potenza del calcio e delle emozioni che suscita, potenza di una Nazionale che abbatte i muri, che certe volte con il pallone sono altissimi. Ma chi l’avrebbe mai detto, gli juventinissimi Chiellini e Bonucci acclamati come fossero Mourinho per le strade di Roma, scrive La Gazzetta dello Sport.
Roma che s’accende quasi all’improvviso, infischiandosene dei 35 gradi e passa di una giornata di pienissima estate. Stavolta non ci sono maxischermi o appuntamenti prefissati, è tutto improvvisato, pilotato solo da un gigantesco passaparola. Fino al primo pomeriggio, mentre si va al Quirinale e poi a Palazzo Chigi, quando va in scena una faticosa e comprensibile trattativa. Che si conclude con la comparsa del pullman scoperto a Piazza Colonna, fortemente voluto proprio dagli azzurri e in particolare da Leonardo Bonucci, che ne parla anche con il premier Mario Draghi: «Questa coppa è della gente». La gente che è pronta a scatenarsi e a far partire la festa. Che comincia e fa incredibilmente pensare niente meno che al 2006 e al Circo Massimo.
L’attesa era stata una grande caccia al tesoro alla ricerca della Nazionale. Alcuni erano andati a salutare gli azzurri circondando l’albergo di Villa Borghese esultando per un saluto di Federico Bernardeschi dal balconcino della sua stanza. Ma a un certo punto la caccia si è risolta, il tesoro trovato, ed è andata in onda una festa della squadra di Mancini, ma anche della ripartenza e della speranza, intrecciata come molte altre parti della nostra vita con la preoccupazione per un possibile effetto collaterale in termini di contagi.
Una voglia però incontenibile di fisicità, di felicità condivisa, di piazza riconquistata. Gli azzurri, insieme con un Matteo Berrettini celebrato come un vincitore, hanno così occupato la veste di trascinatori ma anche di trascinati e il pullman che viaggiava a passo d’uomo è diventato il simbolo di qualcosa che è evidentemente molto più di una vittoria sportiva.
Ecco allora in cima al pullman lo striscione «come godo» e quel ritornello, «i campioni dell’Europa siamo noi», lanciato dal tetto occupato dagli azzurri e ripreso dalla strada in una specie di infinita hola sonora. Via del Corso, Piazza Venezia, via IV novembre, proprio dove la Coppa era stata esposta per la prima volta ai Mercati Traianei, quando – diciamocelo – erano in pochissimi a credere che potesse tornare così presto. E quell’it’s coming Rome strillato da tutti, ma proprio tutti gli azzurri, un modo per prendersi non solo la vittoria, ma anche quello slogan che gli inglesi avevano pensato di cucinare in tutt’altro modo.
Poi via Nazionale, il Traforo, il Tritone, piazza Barberini, via Veneto, una filastrocca di strade conosciute in tutto il mondo, riempite da un’eccitazione speciale. Il viaggio azzurro è diventato un corteo in cui la gente non s’è limitata ad applaudire ai bordi della strada ma ha cominciato a camminare con gli azzurri. Fino a Villa Borghese, dove si affaccia l’hotel Parco dei Principi e da dove una domenica mattina, il giorno della partita contro il Galles, gli azzurri uscirono per una passeggiata sotto gli alberi, circondata da un sorprendente e silenzioso rispetto. Una scena che sembra lontana anni luce da questa curva spontanea che aspetta i campioni al loro ritorno da questo tour neanche troppo previsto. Due momenti che forse sono invece vicini: la concentrazione, la squadra, la tranquillità, propedeutica allo scoppio di felicità di queste ore.
L’ultima scena della giornata è proprio quella davanti all’albergo. Dentro, aspetta la festa in piscina e la musica dei Negramaro. Ma stavolta sono Immobile e Insigne a chiedere attenzione. È una sorta di bis e di tris che parte con l’ormai classico e affettuoso «Spina, Spinaaa». Prima che si ricominci con le Notti Magiche della Roma degli azzurri e di chi li acclama, la Roma che non vuole smettere di cantare quell’«e negli occhi tuoi voglia di vincere…» ancora dentro cuore e pensieri 31 anni dopo. Stavolta senza fermarsi in semifinale.
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