Lorenzo Pellegrini

(Il Messaggero – S. Carina) Non è il tipo che fa polemiche ma rimanere fuori dalla lista dei convocati di Ventura per lo spareggio con la Svezia gli è dispiaciuto non poco. E c’è da scommettere che, ascoltando la motivazione del ct («Dovevamo fare una scelta finalizzata alla possibilità di muoversi su più fronti»), Pellegrini avrà capito ancor meno l’esclusione. Anche perché al suo posto sono stati convocati calciatori (Gagliardini, ndc) che faticano nel loro club a differenza di Lorenzo, forse la nota più lieta dell’intera mediana giallorossa. È per questo motivo che, a prescindere dallo stop di Nainggolan, l’ex Sassuolo vuole prendersi la rivincita nel derby. A proposito del belga, ieri è tornato a Trigoria (dove questa mattina si attende il via libera della federazione serba per il rientro anticipato di Kolarov) e ha iniziato il programma di recupero per la piccola lesione all’adduttore: nuovi controlli in settimana.

IL TITOLARE IN PIU’ – Tornando a Pellegrini, quella di sabato sarà la sua prima stracittadina. Per lui, romano e romanista, avrà un sapore speciale. Ne ha giocate molte in Primavera, da protagonista, vincendone diverse ma senza riuscire a togliersi la soddisfazione di segnare. Per quella bisogna tornare ancora dietro nel tempo, quando veniva impiegato sino a 13-14 anni da attaccante. All’Olimpico, però, sarà tutta un’altra storia. Lorenzo è il primo a saperlo. Sta approfittando della pausa per lavorare a Trigoria e farsi trovare pronto. Anche ieri nel test con la Primavera (successo 8-1, tripletta di Dzeko) è stato come al solito tra i più propositivi, andando anche a segno. A Firenze non ha giocato una grandissima partita, ma può capitare. Forse la prima leggermente sottotono, seguita all’esclusione dal match di Champions col Chelsea che Di Francesco, indirettamente, ha così motivato: «Ho pensato che fosse giusto impiegare tanti ragazzi che si erano guadagnati la Champions con Spalletti». Il turnover dell’allenatore abruzzese tocca tutti, nessuno escluso. In campionato Pellegrini ha più o meno lo stesso minutaggio di Strootman (588 a 542 a favore dell’olandese) ma è partito più del 50 per cento delle volte titolare (6 volte su 11, la Roma deve recuperare ancora il match con la Sampdoria) e dato, forse ancora più importante, delle 15 partite stagionali giocate sin qui dai giallorossi, Lorenzo non è stato chiamato in causa solo con Inter e Udinese.

IN CRESCENDO – Sinora è l’elemento in mediana che meglio di tutti interpreta il calcio di Di Francesco. Qualche numero: 15 azioni create, 1 assist, 10 cross su azione, 13 intercetti, 8 respinte difensive, 83,3% dei passaggi riusciti, (240 su 288), 7 conclusioni tentate (4 nello specchio della porta), appena 8 falli commessi e 15 subiti. Numeri che paradossalmente possono lasciare indifferenti se non si ha avuto modo di vedere Pellegrini giocare dal vivo. Corsa, recuperi, tocchi rapidi, inserimenti, chiama il pressing, è il primo a frapporsi spesso e volentieri nelle linee di passaggio avversarie e a far ripartire l’azione. Gli manca il gol, quello sì. In due stagioni al Sassuolo ne ha segnati 9, con l’Under 21 azzurra 4 in appena 11 gare. È arrivato il momento di sbloccarsi anche con la Roma. Intanto a maggio coronerà il suo sogno d’amore con Veronica, sperando di dover rinviare il viaggio di nozze a favore del mondiale in Russia. Veronica, eventualmente, capirà.



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