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Pellegrini dice no alle sirene arabe. Il Capitano vuole tutto: Roma e Italia

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CALCIOMERCATO AS ROMA PELLEGRINI – Non solo Immobile, Milinkovic, Brozovic, Zielinski o Spinazzola. L’Arabia una ventina di giorni fa ha bussato alla porta anche di Lorenzo Pellegrini. L’Al Ittihad e l’Al Nassr, appartenenti all’area del Fondo Pif (Fondo per gli investimenti pubblici dell’Arabia Saudita che ha nella sua cerchia il Newcastle) hanno manifestato il loro interesse ad approfondire la possibilità di ingaggiare Lorenzo. La risposta è stata però netta: «No, grazie», scrive Il Messaggero.

Il Capitano ha deciso di non mettersi nemmeno seduto al tavolo. Presente e futuro sono a Roma. Non si muove. Non lo ha fatto quando un anno fa avevano bussato dalla Premier Newcastle e ancor prima il Tottenham, figuriamoci adesso, che vuole prendersi una rivincita dopo un’ultima annata con più bassi che alti. Lorenzo è pronto a iniziare la settima stagione dal suo ritorno nella Capitale, lasciata per la parentesi a Sassuolo, che aveva preceduto 10 anni di giovanili e l’esordio a Cesena, al posto di Uçan.

Un’annata lunga, piena di aspettative che lo porterà a giugno a disputare gli Europei. Gli ultimi, quelli che l’Italia ricorda con piacere, li ha persi per… la Roma. Sì, per non aver saputo dire di no, nel derby di ritorno di due anni fa. Lo giocò, quando sarebbe dovuto rimanere ai box, e il fisico, già martoriato da una stagione infinita, gli servì il conto: lesione muscolare e arrivederci a giugno 2021. Al suo posto Castrovilli con Lorenzo costretto sul divano a esultare per la vittoria dei suoi compagni con un’inevitabile, pizzico di malinconia. Si è rifatto con la Roma, con Mourinho alla guida, vincendo una Conference e sfiorando una Europa League.

Eppure, l’ultima stagione è stata al di sotto delle sue qualità. Tra qualche difficoltà tattica, con Dybala che spesso e volentieri è andato a ricoprire la posizione che occupava lui il primo anno dello Special, si è messo in mezzo qualche infortunio di troppo. Lorenzo, orgoglioso e spesso testardo, ha di nuovo giocato quando sarebbe dovuto rimanere a guardare. Qualcuno non ha capito.

A febbraio sono arrivati in un’occasione i fischi. Pronta la difesa di Mourinho: «La gente non sa o non capisce i sacrifici che fa ogni giorno Lorenzo». Che poteva affondare dopo il rigore sbagliato a Rotterdam e invece, complice la fiducia della Sud (Nel bene e nel male, un Capitano rimane tale), dalla partita seguente contro l’Udinese ha invertito la rotta. Prima i friulani, poi il Feyenoord, a chiudere l’Atalanta. Tre gol in otto giorni, tutti e tre su azione, con un finale di stagione in crescendo.

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Ora si riparte. Polemiche, infortuni, si volta pagina. Le vacanze con la famiglia a Forte dei Marmi e a Ibiza gli sono servite per ricaricarsi. L’arrivo di Aouar e il prossimo di uno tra Renato Sanches (favorito) e Sabitzer sono da stimolo. Lorenzo non teme la concorrenza. Vuole solo stare bene, poi è convinto che il resto verrà da sé. Del resto José si è espresso in tempi non sospetti: «Ne avessi tre di Pellegrini, giocherebbero tutti e tre».

Scendere in campo con frequenza gli permetterebbe tra l’altro di entrare anche nella top 10 giallorossa di tutti i tempi a livello di presenze. È a -45 dal traguardo di 286 gare da romanista che gli permetterebbe di superare un mito come Fulvio Bernardini. Non male per un ragazzo di 27 anni.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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