(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini) Dicono sia cambiata l’aria, forse è solo «cambiata la testa», per dirla alla Gerson, intorno alla Roma e alla sua perenne ricerca di se stessa. Torino e Shakhtar valgono come una controprova, un’altra, l’ennesima, chissà se la definitiva. Perché troppe volte questa squadra ha deluso proprio quando ha pensato di aver scavallato. È una regola fissa, con rarissime eccezioni: quando il traguardo si avvicina, quando l’obiettivo è davvero alla portata,èil momento in cui la Roma crolla. Fior di esempi, l’elenco sarebbe lungo così, giusto qualche spot: il 3-3 e il 3-0 con il Chelsea quando nel girone nessuno accreditava la squadra di Di Francesco, di contro l’1-0 stentato in casa al Qarabag per blindare una qualificazione già fallita a Madrid. Il 4-2 di Napoli, nella settimana della sconfitta annunciata, è un’altra figurina dell’album. Ecco qui, allora, l’ennesima prova. Diceva Monchi a dicembre, dopo aver ottenuto il pass Champions: «Vinciamo domenica a Verona con il Chievo, altrimenti abbiamo vanificato tutto». Non avvenne. Il Torino oggi sta al Chievo come il Napoli a quel primo posto di Champions. E forse è per questo che Lorenzo Pellegrini, al match program, dice che «la vittoria del San Paolo non va vista come un punto di arrivo, ma di partenza. Deve darci morale per le prossime partite, da qui alla fine della stagione».
OBIETTIVO – Se alle parole seguiranno i fatti, lo si capirà domani. Le chiacchierate tra Di Francesco e la squadra continuano, Gerson sussurra con la faccia di quello che ha capito la lezione: «Abbiamo svoltato, dobbiamo fare diversamente rispetto al passato – fa a Sky–. Sappiamo che con il Torino sarà un match difficile, in settimana abbiamo lavorato forte, non possiamo far altro che restare concentrati per vincere». Il resto del discorso è di Pellegrini: «Abbiamo passato un periodo in cui le cose non andavano, ma siamo ancora in tempo per recuperare tutto. Il nostro obiettivo in campionato è il terzo posto, guai a pensare agli altri, guai a voltarci indietro. Proviamo a fare un campionato a parte, guardiamo solo a noi: se giochiamo come a Napoli, possiamo mettere in difficoltà molte squadre. Anche perché ora abbiamo incontrato tutti gli avversari, ne conosciamo il valore: la consapevolezza nei nostri mezzi può fare la differenza per puntare in alto».
CON DIFRA – E fiducia fa rima con Napoli. Pellegrini non manca di lanciare un messaggio di sostegno all’allenatore: «La consapevolezza deriva dai risultati – ancora l’azzurro –. Il successo di sabato ci ha trasmesso sicurezza, abbiamo ritrovato la strada giusta, ora quel che conta è continuare alla stessa maniera. Questo è un gruppo di giocatori forti e un allenatore che sa quel che vuole: è per questo che siamo riusciti a uscire dal momento negativo. Ma adesso è un bel po’ di partite che non facciamo punti in casa, ci serve un filotto di risultati per stare sereni: prima il Torino, poi lo Shakhtar per la qualificazione in Champions». Per farlo servirà anche il miglior Pellegrini: per il Torino è in ballo per un posto a centrocampo proprio con Gerson. «Fin qui la mia è stata una stagione normalissima, quindi devo stare zitto e lavorare», dice Lorenzo. Il brasiliano fa l’eco: «So che devo migliorare, posso fare molto di più». È uno spot: profilo basso, almeno fino a quando l’eccezione del 2018 (Napoli) non diventerà la regola. Per ora, dicono sia cambiata l’aria.
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