Lorenzo Pellegrini

ULTIME NOTIZIE AS ROMA PELLEGRINI – Il rientro più atteso, giovedì a San Siro contro il Milan nella partita di inizio 2022. Dove riapparirà il giocatore che fin qui ha fatto la differenza. L’identikit è inequivocabile. «Capisce il calcio, è intelligente. Se ne avessi tre in squadra, li farei giocare tutti…». La benedizione è di Josè Mourinho, il 25 agosto, alla vigilia della prima partita ufficiale all’Olimpico di questa stagione, il playoff di ritorno di Conference League contro il Trabzonspor, scrive Il Messaggero.

Lo Special One, parlando di Lorenzo Pellegrini, è andato oltre tutti i colleghi che lo hanno preceduto alla Roma, tecnici che hanno comunque apprezzato il lavoro in campo del capitano, considerandolo fondamentale per qualsiasi sistema di gioco, e ai quali va aggiunto anche Roberto Mancini che lo ha dovuto escludere dalla lista dei convocati per l’Europeo a poco più di 24 ore dal debutto contro la Turchia. Il ruolo non conta. Né per il portoghese né per il ct della Nazionale. Basta la presenza, perché il venticinquenne sa come comportarsi dal centrocampo in su, a prescindere dal compito che gli viene riservato.

Pellegrini, dunque, ci sarà contro i rossoneri di Pioli. Ricomincia dal girone di ritorno dopo aver saltato le ultime 6 gare del 2021, addirittura 5 di campionato e quella di Sofia in Conference. Lo ha fermato una lesione al quadricipite della coscia destra. Meno di un quarto d’ora in campo contro il Torino e la resa lo scorso 28 novembre.

Quel giorno ha dato appuntamento al nuovo anno. Infortunio serio, insomma. Così Lorenzo ha faticato per recuperare nel minor tempo possibile. Il 27 dicembre si è presentato in anticipo a Trigoria, tagliandosi le ferie (i compagni sono tornati il 31, ma solo per essere sottoposti ai tamponi: hanno poi ripreso l’1 gennaio), per avere la certezza di tornare a disposizione per la trasferta di Milano. Gesto da capitano. E da romanista. Apprezzato dal club, dall’allenatore, dalla squadra e dalla piazza. Pellegrini ha spinto sull’acceleratore durante le feste.

Il lungo stop ha indebolito la Roma che, senza di lui, è scesa in classifica. Quando è uscito di scena, ha lasciato i compagni al quinto posto, con 3 punti di distacco dal quarto, occupato come oggi dall’Atalanta, e 6 dal terzo, dove l’Inter ha iniziato la striscia positiva per diventare capolista. Adesso i giallorossi sono al sesto posto, insieme con la Fiorentina (che ha però una peggiore differenza reti), lontani 6 punti dal quarto e 7 dal terzo, posizione in cui è scivolato il Napoli. Raddoppiato, dunque, lo svantaggio dalla zona Champions e con l’intrusione della Juve, salita al quinto posto con 2 punti in più.

Il peso di Lorenzo non è solo negli 8 gol realizzati, 5 in serie A e 3 in Conference. A rendere significativa la sua presenza è la partecipazione al gioco offensivo della squadra di Mou. C’è un dato che caratterizza le prestazioni stagionali del capitano: Pellegrini, in 10 delle 13 partite giocate in campionato (ne ha saltate 6, la prima per squalifica e le altre per infortunio), è stato il giocatore capace di firmare più passaggi chiave (quelli che permettono di arrivare al tiro), in tre casi con altri compagni, da Mkhitaryan a Karsdorp, da Abraham a Veretout e Perez.

Il top a Venezia, match poi perso: addirittura 8. Pellegrini ha sempre realizzato almeno un passaggio chiave (finora 2 gli assist), esclusa la gara contro il Torino, l’ultima giocata in cui, però, è rimasto in campo per meno di 15 minuti. Finora 2 gli assist. A proposito del ko al Penzo. Dove Mou, il 7 novembre, ha virato, passando dal 4-2-3-1 al 3-4-1-2. E dalla partita seguente al 3-5-2 con cui ha chiuso l’anno.

Senza Pellegrini che, a Venezia, si piazzò da trequartista alle spalle di Abraham e Shomurodov. Contro il Genoa e anche inizialmente contro il Torino si abbassò da mezzala. Giovedì a San Siro dovrebbe ripartire da lì, garantendo più scelta all’allenatore che chiede dall’estate scorsa almeno un rinforzo a centrocampo.



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