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Rassegna stampa

Pellegrini, giorno speciale per battere il Sassuolo e tenere per mano la Roma

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ULTIME NOTIZIE AS ROMA SASSUOLO PELLEGRINI – Quel 6 dicembre di cinque anni fa non lo dimenticherà mai. Del resto, non potrebbe neanche, volendo. Perché quel 6 dicembre del 2015 Lorenzo Pellegrini giocava la sua prima partita da titolare in Serie A e lo faceva proprio con la maglia del Sassuolo, a Genova, contro la Sampdoria del suo maestro Vincenzo Montella (l’allenatore che lo aveva plasmato nel settore giovanile della Roma). E siccome le prime volte possono essere anche indimenticabili, quella di Pellegrini fu addirittura meravigliosa.

Perché quel giorno lì Pellegrini si concesse pure il lusso di segnare il gol del definitivo 3-1 per la vittoria del Sassuolo: scambio con Laribi al limite dell’area di rigore, tiro di sinistro parato da Viviano e ribattuta di destro in fondo alla rete. Esattamente cinque anni dopo Pellegrini ritrova ancora il Sassuolo. Stavolta da avversario, come gli è già successo altre 4 volte in passato. Anche se quella di stasera sarà una sfida particolare per altri mille motivi.

Non c’è solo la ricorrenza, con quel 6 dicembre fisso nella mente. No, oggi c’è anche di più. Perché Pellegrini è diventato un uomo, è già papà di una splendida bambina (Camilla, di un anno e mezzo) e tra qualche mese lo diventerà anche di un bel bimbo, è il vicecapitano della Roma e ha raggiunto un livello di maturazione che lo rende anche uno dei punti fermi della Nazionale di Roberto Mancini.

Gli manca però di fare il definitivo salto di qualità, quello che lo può proiettare tra i grandi del calcio italiano (e non ). Ci sta provando in un ruolo tutto nuovo, quello di regista. Niente più trequarti per lui, a meno di casi di estrema necessità, lì Fonseca preferisce farci gravitare Pedro e Mkhitaryan. Per Lollo, invece, ha disegnato un abituo su misura da palleggiatore in mezzo al campo. Perché di lui si fida talmente tanto che lo scorso anno arrivò a definirlo «il miglior calciatore italiano della Serie A».

Lorenzo non è attualmente in un momento folgorante, complice anche quel Covid-19 che lo ha tenuto fermo per oltre dieci giorni (dal 9 al 20 novembre). Ha avuto la fortuna (si fa per dire) di contagiarsi durante la pausa delle nazionali, il che non gli ha fatto saltare partite della Roma (quelle dell’Italia però sì), ma le tossine ce le ha ancora addosso. E forse è anche per questo che Fonseca lo vuole vedere fino alla fine, per capire come sta. «A centrocampo giocheranno due tra Lorenzo, Villar e Diawara», ha detto ieri l’allenatore giallorosso.

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L’impressione, però, è che alla fine il portoghese dovrebbe partire proprio con Pellegrini in coppia con Diawara, magari dando il cambio poi in corsa a Lorenzo con lo stesso Villar (che ha fatto tra l’altro molto bene giovedì in Europa League, contro lo Young Boys). Del resto, la fantasia e la capacità di saper verticalizzare di Pellegrini può diventare fondamentale in una partita come quella di oggi, quando si giocherà a viso aperto e gli spazi per far male all’improvviso potrebbero essere davvero tanti.

Battere il Sassuolo e risalire di condizione potrebbe poi essere il modo migliore per chiudere questo 2020. Poi, da gennaio, con l’arrivo di Tiago Pinto per Pellegrini inizieranno anche le grandi manovre per il rinnovo del contratto. Quello attuale scade nel 2022 e ha ancora «addosso» la clausola da 30 milioni di euro che può far gola a tanti club.

Se non fosse, però, che la priorità di Pellegrini è sempre stata la Roma. E lo è ancora oggi. Ovviamente Lorenzo aspetta però presto un segnale anche dalla Roma. Segnale che arriverà, anche per la stima che c’è dentro Trigoria per il figliol prodigo. Intanto, però, c’è da battere il Sassuolo. È il 6 dicembre e per Lorenzo è un giorno davvero speciale…

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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