Lorenzo Pellegrini, centrocampista della Roma, ha rilasciato un’intervista a Sportweek, inserto della Gazzetta dello Sport. Queste le sue dichiarazioni:
Tesserato dalla Roma a 9 anni. Un predestinato?
Avevo fatto dei provini e, quando mamma e papà videro nella posta una busta col logo della società, immaginarono il contenuto. Mi chiesero di leggerla ad alta voce: non capivo le parole dall’emozione. Arrivato alla fine, guardai papà in cerca di una spiegazione. “T’hanno preso! Vai a giocare con la Roma!”, mi disse. Trigoria è da sempre casa mia. Qui conosco tutti, ho visto arrivare e andare via migliaia di ragazzi. E quando a 18 anni ho firmato con il Sassuolo ero contento, sapevo che sarei cresciuto. Ma tornare è stato bellissimo.
L’estate scorsa torna in giallorosso dopo aver rifiutato le proposte di Juve e Milan. Ha spiegato di aver scelto per la “fede calcistica” e perché “una cicoria tanto buona si trova solo a Roma”.
Vero, la cicoria qui è migliore! Scherzi a parte, con i procuratori abbiamo valutato tutte le opzioni, perché all’inizio erano interessate altre squadre. Ma quando si è fatta avanti la Roma… In famiglia, poi… figuratevi mio padre… Il club ha esercitato la “recompra”, quindi non ha dovuto trattare con il Sassuolo, è stato più facile per tutti. E con Di Francesco avevo già trascorso due anni importanti.
Sarebbe stata più dura indossare la maglia della Juve o della Lazio?
C’è stato anche l’interesse della Lazio ma, essendo romanista da sempre, è stata una scelta serena.
Una squadra di romani de’ Roma. C’erano Totti-De Rossi-Florenzi, ora De Rossi-Florenzi-Pellegrini.
Ho provato a chiedere di battere tutti i record e schierarne quattro. Anche perché Checco sta alla alla grande! Sarebbe stato fichissimo condividere lo spogliatoio con lui, ma c’è tutti i giorni. È stupendo lo stesso.
Che giocatore è Pellegrini?
Devo migliorare soprattutto la fase difensiva. Il mister mi ripete sempre che correre in avanti è facile ma è correre all’indietro che fa la differenza per un centrocampista. Le mezze ali di questa generazione devono essere “tuttocampisti”. Ci vuole più aggressività nel portare via la palla all’avversario. Di sicuro mi piace tirare in porta, giocare tra le linee, inserirmi negli spazi. Spero che mi venga anche bene.
Dicono che il suo punto di forza sia la testa, che ha equilibrio.
Prima il calcio era meno fisico, più di talento. Ora è fondamentale curarsi, conoscersi, stare al 100% in tutte le partite, anche se non si gioca. Più che di equilibrio, però, parlerei di serenità: facciamo un lavoro che è la nostra passione, per noi la cosa più bella del mondo. Perché viverla male ed essere arrabbiati? Bisogna venire al campo col sorriso e ricordarsi che siamo un esempio per tanti bambini.
Viene preferito a Strootman?
Ma no, credo che quest’alternanza in campo faccia bene a tutti. A proposito di serenità: ognuno ha il proprio spazio e di conseguenza questo spogliatoio è tanto, ma proptrio tanto unito.
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