Lorenzo Pellegrini

AS ROMA NEWS PELLEGRINI – C’è ricaduto. Un’altra volta. A Roma-Milan, come accaduto domenica a Torino, Pellegrini doveva fare soltanto presenza in panchina. Da giorni si portava dietro una noia muscolare. Poi, infortunatosi Aouar poco prima della mezz’ora, Mourinho gli ha chiesto di entrare. E Pellegrini, non ha saputo dire di no, scrive Il Messaggero.

Una volta in campo la problematica all’adduttore lungo della gamba sinistra si è acuita e a fine partita gli ha presentato il conto: principio di lesione. Era il primo settembre. Nel frattempo arriva la chiamata di Spalletti in Nazionale. La prima, quella alla quale nessun calciatore sa dire di no. Lorenzo risponde quindi presente. Tempo 4 giorni e alla vigilia del match contro la Macedonia, suo malgrado, alza bandiera bianca.

Torna a Trigoria per provare a mettersi a disposizione per la gara con l‘Empoli. Non ci riesce. Anche perché nel frattempo, mentre si cura l’adduttore lungo sinistro, avverte un risentimento al flessore destro. È il bignami del calvario del capitano giallorosso dell’ultimo mese. Un tunnel dal quale Lorenzo è uscito domenica, iniziando a vedere la luce. A Torino, sia per il campo che per una condizione ancora da ritrovare (aveva un allenamento alle spalle) non è entrato. Cosa che invece vuole fare giovedì a Genova. Più probabile in corsa che dal primo minuto.

Mou ne ha bisogno, come l’aria. Anche chi fuori Trigoria lo denigra, si sta rendendo conto quanto pesi l’assenza del Capitano. È sempre così: il bersaglio preferito dei social, poi però in campo quando non c’è si nota, eccome. Lorenzo è l’equilibratore dello Special. Il centrocampista che sa regalare quantità e qualità, inserimenti e copertura. Il sogno di José era di averlo in una coppia di mezzali con Renato Sanches. Ora, viste le precarie condizioni del portoghese (e di Aouar), rilancia con Cristante. Perché il 3-4-2-1 di Torino, se El Shaarawy deve poi rincorrere Seck sino all’area di rigore, fatica a decollare.

Diverso se al posto del Faraone c’è Pellegrini. Più portato al sacrificio, capace all’occorrenza di trasformare il modulo in un più guardingo 3-5-2, non costringendo tra l’altro Dybala ad allargarsi troppo a destra, come accaduto contro i granata, uscendo così dal centro del gioco. Ieri, nonostante il giorno di riposo concesso dal tecnico alla squadra, il capitano si è allenato da solo. È convinto di poter garantire almeno una mezz’ora al Luigi Ferraris. Quello che chiede è soltanto di stare bene. Consapevole, che il resto verrà di conseguenza.



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