Lorenzo Pellegrini

ULTIME NOTIZIE AS ROMA PELLEGRINI – Una lettera aperta che, tutto sommato, sarebbe sbagliato ricondurre solo alla spirito natalizio. Lorenzo Pellegrini, raccontando in tante pagine la sua storia romanista alla rivista «The Players Tribune», compie un atto d’amore che prende spunto dal suo passato – l’aritmia che lo ha spaventato da ragazzo, l’esordio con Garcia, il trasferimento al Sassuolo, il ritorno a Trigoria – per tracciare il solco di quello che è diventato: il capitano della Roma, scrive La Gazzetta dello Sport.

Sentendo come primo compito quello di far capire a chiunque arrivi in giallorosso come la squadra non sia un solo un momento di passaggio, bensì un punto d’arrivo. Certo, la storia recente ha smentito diverse volte questo assunto, ma Pellegrini, giustamente, ne fa un assunto tendenziale del suo nuovo percorso.

Modello Totti Proprio il fatto di indossare la fascia ha spinto Lorenzo a scegliersi un modello, e quello prescelto non sorprende: Francesco Totti. D’altronde l’ex capitano aveva preso il centrocampista sotto la sua ala protettiva fin da quando era ragazzo, intuendo quelle doti che adesso si dimostrano con chiarezza e che lo rendono un punto di riferimento della nuova Roma.

«In questo momento stiamo lavorando parecchio a creare una mentalità vincente, perch Mourinho ci dice sempre che deve essere una delle nostre maggiori qualità – scrive Pellegrini –. Ovviamente, questo cambiamento non può accadere in un minuto, ma sono sicuro che siamo sulla strada giusta: serenità e senso di responsabilità sono due ingredienti chiave per la nostra crescita. E so di giocare una parte importante in questo processo. Penso tanto a come giocava Francesco. Era il classico capitano che non aveva bisogno di parlare più di tanto, perché era il modo in cui giocava a parlare per lui. Non potrò mai paragonarmi a lui, ma mi piacerebbe provare a ripetere qualcosa di simile, cercando anche di spiegare a tutti cosa significhi la Roma».

Ecco, che cosa sia il club giallorosso Lorenzo lo ha ben chiaro. «Ogni giorno dico ai miei compagni che cosa significa giocare per la Roma. Questa non è una fabbrica di talenti, questo non è un trampolino per andare in una squadra più grande. Perché non esiste una squadra più grande. No. Questo è un punto d’arrivo. Roma è… Roma». Enfasi? Retorica? Possibile, ma anche tanta convinzione. D’altronde, la lunga cavalcata che, partendo dalla aritmia sofferta da adolescente, passa al tesseramento giallorosso, per arrivare all’esordio in Serie A fino alla “remuntada” indimenticabile contro il Barcellona, lascia capire come Pellegrini ormai sia un’anima sola con la Roma. Quanto basta per voler scrivere pagine nuove.



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