AS ROMA NEWS REAL SOCIEDAD PELLEGRINI – Quello scontro con Zubeldia della Real gli rimarrà nella mente per parecchio tempo. La paura è stata tanta, fino a quando tac e risonanza non hanno dato responso negativo. E’ rimasta la doppia ferita, una interna, suturata con quattro punti, e una esterna, con ventisei, scrive Il Messaggero.
Lorenzo Pellegrini avrebbe voluto vivere questa settimana in condizioni decisamente migliori, invece dovrà sperimentare un qualcosa di insolito, il caschetto, che lo proteggerà da eventuali colpi e che farà da barriera alla cicatrice, con i punti ancora presenti. Chissà quando, quel casco, dovrà, o vorrà indossarlo: molto dipenderà dalle sue sicurezze, da come si sentirà. Ad esempio, John Arne Riise, lo tolse subito, Cristian Chivu e Petr Cech ci hanno giocato fino al termine della carriera.
Il capitano ha bisogno di un guizzo, come lo scorso anno, quando ha firmato la stagione da vero trascinatore. Questa stagione sta andando via tra alti e bassi, con un rendimento meno costante rispetto allo scorso anno, senza particolari noie muscolari, che invece lo hanno fermato spesso nella precedente annata. Lorenzo è passato dai sette gol (fino a marzo) dello scorso campionato, ai due di questo, meglio invece per quanto riguarda gli assist, quattro contro i cinque di questa stagione.
Il Capitano è sempre costretto a correre in salita, sente che nulla gli venga perdonato, e come sbaglia un passaggio, una giocata, un gol, c’è sempre un brusio ad accompagnarlo. Per qualcuno è passato dall’eccellenza alla normalità, anche se per Mou normale non lo è, visto che a lui non rinuncia, anche quando non sta bene: ha collezionato 21 presenze in campionato, 8 in Europa League e 2 in Coppa Italia. Mica poche.
Al di là dell’aspetto fisico, ha faticato ad entrare in condizione, forse è una questione di ruolo (o i compiti): vicino a lui non c’è più un calciatore alla Zaniolo, i cui movimenti erano sempre verticali (e spesso sui suoi palloni), al fianco ha uno come Dybala che si muove come lui e questo forse gli impedisce di essere al centro delle cose come in passato. Pellegrini ha un po’ limitato gli inserimenti in area, i rigori spesso li ha lasciato all’argentino e a inizio stagione Mou lo ha impiegato da mezz’ala nel 3-5-2.
Insomma, un Pellegrini diverso, che si è dovuto riadattare a una nuova vita. Domani c’è l’Europa League, non vuole saltare l’insidiosa trasferta di San Sebastian (oggi sarà in conferenza con Mou, il che lascia pensare a una sua convocazione per la Real Sociedad), poi domenica il derby e, se starà bene, la Nazionale, con Mancini lo aspetta. Una coppa europea l’ha già alzata, cosa che non era riuscita né a Totti né a De Rossi, due capitani che hanno rubato il cuore dei tifosi della Roma, e vuole riprovare quell’ebrezza.
Il derby poi, è la gara speciale di Lorenzo, spesso accompagnata da bei ricordi, dal gol di tacco nella sua prima sfida con la Lazio alla splendida rete su punizione in quella dello scorso anno, insomma domenica giocherebbe pure con due caschi in testa. L’azzurro invece non lo vede dallo scorso giugno, dalla sfida contro l’Inghilterra al Molineux Stadium di Wolverhampton. E ora c’è di nuovo l’Inghilterra, ma a Napoli. Si chiude il cerchio e magari si metterà definitivamente alle spalle un periodo poco fortunato.
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