Lorenzo Pellegrini

AS ROMA NEWS VERONA PELLEGRINI – Si riparte da qui: «Quando le cose non vanno bene a Roma, è giusto che noi romani veniamo messi di fronte alle nostre responsabilità. Abbiamo tanti onori, ma anche oneri. Lorenzo lo sa. Si è comportato da leader, è tra i migliori calciatori italiani in circolazione», il De Rossi dixit post-Verona, scrive Il Messaggero.

Senza scivolare nella retorica, Pellegrini è ripartito. Fischiato – più di tutti – prima della partita, applaudito – tra i pochi, nonostante la vittoria – al fischio finale con chiarimento annesso sotto la Curva Sud. Ma quello che conta, più delle parole e degli umori dello stadio, è stato rivederlo al centro del gioco.

Tanti palloni toccati, un gol, il via all’azione della rete di Lukaku, poi servito in altre due occasioni nella ripresa con filtranti che da tempo non gli riuscivano più. Con Daniele, siamo arrivati a cinque: Di Francesco, Ranieri, Fonseca, Mourinho e ora, appunto, De Rossi. Chiunque si alterni sulla panchina giallorossa, parte sempre da Pellegrini in campo. Della serie: o sbagliano tutti o realmente Lorenzo lo merita.

Che non abbia la classe di Totti, la vena e la forza di Ddr, il tocco di Giannini o il calcio di Di Bartolomei, probabilmente è il primo a saperlo. Ma questo non vuol dire che non possa essere un degno capitano – il primo ad alzare un trofeo europeo nella storia del club dopo esser stato premiato come miglior giocatore della competizione – un ottimo centrocampista che come accade a chiunque, vive di alti e bassi.

Alcuni dettati dalle condizioni fisiche, altri da questioni personali, magari qualcuno anche da incomprensioni tattiche. Ci sta. Il problema è che con Pellegrini non ci sono mezze misure: o tutto o niente. O è un leader oppure deve lasciare Roma. Chissà che De Rossi non riesca a sanare questo equivoco.

Intanto l’ha rimesso al centro della squadra. Sono stati tanti i palloni giocati contro il Verona, ben 70. Quasi il doppio rispetto alle ultime gare nelle quali era partito titolare: 43 (Atalanta), 36 (Bologna), 34 (Fiorentina), 39 (Udinese). Ma Lorenzo si è rivisto, anche in fase di contrasto: ben 6 tackle vinti, rispetto ai 2 delle ultime 5 gare. Merito di un modulo che l’ha rimesso nel suo ruolo naturale, la mezzala con licenza di avanzare. Che non è lo stesso in un 4-3-3 o in 3-5-2, soprattutto se poi davanti hai Dybala.

Non è un caso che la migliore stagione con Mourinho, Pellegrini l’abbia fatta quando non c’era Paulo, a supporto della punta (Abraham). Contro il Verona c’è stato un primo passo. Ben più significativo del gol al Napoli o del rigore procurato contro il Milan. Dopo tanto tempo si è rivisto il vero Pellegrini. Ora bisogna volare bassi e soprattutto «trovare continuità», come ha spiegato De Rossi. La rincorsa di Lorenzo è appena cominciata.



FOTO: Credits by Shutterstock.com

© RIPRODUZIONE RISERVATA

🚨SEGUICI IN DIRETTA🚨