Monchi, direttore sportivo della Roma

Da Karsdorp a Moreno e – domani a Fiumicino, salvo sorprese – passando per Gonalons, a fronte delle cessioni di Salah e Paredes (anche lui domani). In attesa, naturalmente, di definire la questione Manolas. Speedy Monchi, come qualche tifoso lo ha ribattezzato, entro il 30 giugno ha già concluso tre operazioni, una novità rispetto al passato, visto che il suo predecessore, Sabatini, il primo anno, nel mese di giugno, aveva solamente chiuso trattative già avviate e che era costretto a risolvere entro tale data.

Nel primo ritiro dell’era americana nel 2011, Luis Enrique aveva tre portieri che non erano titolari e Stelekenburg arrivò in corso, in difesa solo Cassetti e Rosi che poi restarono, a centrocampo e in attacco il gruppo era più completo ma Lamela, Osvaldo, Gago, Kjaer e gli altri non erano ancora stati presi. Stavolta, invece, esclusi i nazionali, Di Francesco avrà i nuovi a disposizione tra montagna e soprattutto Stati Uniti. Monchi, infatti, sta cercando di consegnarli la rosa completa per fine luglio, per dare al nuovo allenatore almeno tre settimane di tempo per poter lavorare in serenità, considerando che la Roma non avrà neppure i preliminari di Champions, come lo scorso anno.

Monchi e Di Francesco stanno cercando di fare in modo che ci siano pochi arrivi (e partenze) last minute, per fare gruppo fin dai primi allenamenti e vedere subito chi può essere utile – e come – alla causa. Anche perché quel “voglio lavorare sulla specificità dei ruoli” detto dal tecnico in conferenza stampa è stato condiviso pienamente dal direttore sportivo, fin dai primi incontri qualche mese fa.

(Gazzetta dello Sport – C. Zucchelli)



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