Si dice che a pensar male si fa peccato. Però quasi sempre si indovina. I peggiori incubi dei romanisti si sono avverati: Strootman salterà Milan e Juventus per squalifica, con l’aggiunta della beffa – causa tempistiche della giustizia sportiva – di vedere Lulic regolarmente in campo fino a nuova, eventuale sentenza.

La prima scure sugli episodi del derby l’ha affondata il Giudice Sportivo Gerardo Mastandrea. Che, come previsto dalle norme, si è limitato a sanzionare quanto accaduto in campo, con l’aggiunta delle segnalazioni ricevute dal Procuratore Federale con un mail inviata lunedì alle 11.32. Nonostante fosse stato ammonito dall’arbitro Banti, per un episodio avvenuto tra l’altro sotto gli occhi del quarto uomo, Strootman è stato squalificato per una “evidente simulazione”: secondo la ricostruzione del giudice l’olandese si è “accasciato al suolo allo strattonamento della maglietta da parte del calciatore Cataldi”. E quindi, essendo stato espulso il laziale per il gesto in questione (la tirata di maglietta), la condotta di Strootman ha “inficiato il rapporto causa/effetto, essendo venuto meno, con riguardo all’effetto, uno dei presupposti comunque incidenti che hanno portato l’arbitro ad adottare il provvedimento di espulsione di Cataldi”.

Una sentenza che ha sbalordito la Roma. Per l’ennesima volta. Non era passata neppure mezz’ora e già la società aveva già deciso di presentare ricorso d’urgenza alla Commissione d’Appello Federale, affidato tecnicamente all’avvocato di fiducia Antonio Conte ma seguito in prima persona dal dg Mauro Baldissoni, avvocato anche lui. Una volta ricevuti gli atti oggi, sarà possibile convocare l’udienza del reclamo per venerdì con l’obiettivo di riavere Strootman già contro il Milan.

Alla Roma, inorridita dalla sentenza, paiono chiarissime alcune contraddizioni. Nelle mail di chiarimenti inviata da Banti, l’arbitro specifica che l’ammonizione di Strootman “era da ricondursi all’atteggiamento provocatorio tenuto nei confronti dell’avversario passandogli vicino dopo la segnatura della rete”. Doveva forse uscire dal campo? Questo si credono a Trigoria. Banti scrive anche che a Cataldi è stato allontanato dalla panchina perchè l’atteggiamento “provoca la reazione del calciatore della S.S. Lazio, sanzionata dallo stesso direttore di gara con il provvedimento di espulsione”. Quindi non conta che poi l’olandese si butti a terra, il cartellino rosso era già stato deciso. O no? Terzo punto della difesa romanista: quella di Kevin non sarebbe simulazione perchè il giocatore, sentendosi toccato da dietro, si butta a terra per proteggersi e subito dopo è di nuovo in piedi.

Intanto, mentre Cataldi è stato fermato per un turno, Lulic dovrà attendere per pagare la sua pena. La Procura Federale della Figc, guidata dall’ex prefetto Giuseppe Pecoraro, ha aperto un procedimento sulle frasi di stampo razzista pronunciate dal difensore laziale nei confronti di Ruediger: “Prima vendeva calzini e cinture – ha tuonato in diretta tv a Mediaset il bosniaco – a Stoccarda, ora fa il fenomeno”. Il deferimento è sicuro, ma secondo i primi rumors la Procura non riscontra i presupposti di frasi di stampo razzista disciplinati dall’articolo 11, che prevede la squalifica fino a 10 turni. Se Lulic, come sembra, verrà accusato di aver violato l’articolo 1 (lealtà sportiva) andrà in conto a un’ammenda e, al massimo, a una squalifica di 2-3 turni. Quando non si sa. Mentre Strootman conosce già il suo destino. E non si dà pace, insieme a tutta la Roma.

(Il Tempo – A. Austini)



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