Rassegna stampa
Perchè Fonseca non fa giocare mai in coppia Dzeko e Mayoral?
ULTIME NOTIZIE AS ROMA DZEKO MAYORAL – Il matrimonio calcistico fra Edin Dzeko e Borja Mayoral, finora, è durato solo 25 minuti: 19 effettivi e 6 di recupero. Partita in questione: Lazio-Roma. Punteggio in quel momento: 3-0. Esito dell’esperimento: nullo, scrive la Gazzetta dello Sport.
La domanda, però, è tornata a lievitare sulle tribune dello Juventus Stadium – ed anche davanti agli schermi televisivi – quando, con la Roma protesa verso il pareggio è entrato il centravanti bosniaco. Al posto di chi? Naturalmente del suo omologo spagnolo. A proposito, siamo sicuri che siano davvero omologhi?
Proviamo a capirlo in base alle parole di chi decide, ovvero Paulo Fonseca. «Sono diversi. Dzeko è più forte in appoggio, a legare il gioco, Mayoral invece cerca più la profondità. Se si può immaginare di vederli insieme? Dipende dall’immaginazione». Allora, pensiamoci su. Le caratteristiche dei due attaccanti sembrano perfettamente compatibili.
Il bosniaco può accorciare verso il portatore di palla, svettare nei duelli aerei e tenere alta la squadra proteggendo palla col suo fisico; lo spagnolo può puntare la porta, andare via sul breve e magari sfruttare le assistenze dello stesso Dzeko. Entrambi tra l’altro, dotati di piedi educati, avrebbero la capacità di dialogare nello stretto.
Tutto davvero così facile, quindi? Evidentemente no, perché l’allenatore portoghese, alla fine della partita contro la Juventus, sembra per il momento aver gelato ogni possibilità. «La squadra non è ancora preparata per giocare così, se non per qualche minuto. Contro la Juve stavamo giocando bene e non avevamo la necessità di cambiare modulo per farli giocare insieme». Detto che il primo tiro nello specchio della porta di Szczesny è arrivato dopo l’ora di gioco, occhio alla parola chiave: «ancora».
Diversi addetti ai lavori si sono chiesti: ma se metà della stagione è già volata via, possibile che il sistema di gioco con due punte di ruolo non sia pronto per essere un piano B in momenti di forcing? Per intenderci, neppure contro il Sassuolo o contro l’Inter – quando i giallorossi stavano esercitando la massima pressione per segnare – i due sono andati oltre la staffetta. Nota a margine: Dzeko in carriera, quando ha giocato con un‘altra punta a fianco, ha fatto assai bene, basti ricordare le stagioni al Wolfsburg (con Grafite) e al City (Aguero o Balotelli).
E allora viene da pensare che Fonseca stia cercando ossessivamente equilibri. I numeri relativi ai gol subiti parlano chiaro: al momento la Roma, pur togliendo le 3 reti subite a tavolino contro il Verona (32 effettive), avrebbe appena la decima difesa della Serie A.
Era dai tempi dello Zeman 2.0 (stagione 2012-13) che per i portieri giallorossi non grandinava tanto. Perciò il timore dell’allenatore è che, giocando con gli esterni di difesa molto alti e le mezzali pronte ad andare spesso sopra la palla, il lusso di una punta in più al posto di un trequartista possa sbilanciare ulteriormente la squadra.
Così, nonostante i numeri premino Mayoral rispetto a Dzeko (9 gol e 6 assist in 1071 minuti giocati, contro 8 e 2 assist in 1342), lo spagnolo sembra essere sempre ancella del bosniaco, anche se a onor del vero il primo ha fatto bottino soprattutto contro squadre di piccolo-medio cabotaggio, a differenza del secondo, che ha segnato alle più forti squadre in circolazione.
Da ora in poi, però, ci sarà anche altro. Detto che la Roma in Primavera si aspetta anche i gol di Zaniolo – che domani sosterrà a Villa Stuart l’idoneità post-Covid e da mercoledì potrebbe tornare a correre sul campo – la questione Dzeko potrebbe avere ancora risvolti psicologici.
Anche dopo il match con la Juve, il tecnico è apparso tanto freddo nei confronti dell’ex capitano («è un giocatore come gli altri»), quanto prodigo di complimenti per Mayoral. La linea tracciata dai Friedkin però è chiara: tutti devono lavorare solo per il bene della Roma. Altrimenti a fine stagione la lettera di saluti è pronta per tutti. E questo Fonseca, Dzeko e Mayoral l’hanno capito.
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA