Diego Perotti

(Gazzetta dello Sport – C. Zucchelli) La festa in casa Perotti ieri è stata completa: da una parte il compleanno del figlio Francesco, 2 anni e una passione smisurata per il calcio, dall’altra i sorrisi e la soddisfazione di papà Diego, convocato per la prima volta dopo sei anni dalla nazionale argentina. Con lui ci sarà l’inseparabile amico Fazio, tra i primi a congratularsi, ma la copertina stavolta se la prende l’attaccante: i media di Buenos Aires lo definiscono «felicissimo» e parlano di «grande sorpresa» da parte di Sampaoli, la Roma si congratula sui social, Di Francesco e Monchi lo fanno di persona, i tifosi gli mandano messaggi su Twitter e Instagram perché Perotti, anche se segna poco per essere un attaccante, da quando è a Trigoria – gennaio 2016 – è entrato nel cuore della gente.

GRANDE OCCASIONE – Adesso cercherà di entrare nel cuore ma soprattutto nella testa del c.t. dell’Argentina che, come dimostra l’ennesima esclusione di Higuain, non è uno che si fa condizionare dal nome. «Partite così – ha detto in conferenza – servono per valutare questo tipo di calciatori». Perotti volerà in nazionale subito dopo la partita contro la Fiorentina del 5 novembre, l’11 è in programma la sfida alla Russia, forse il 14 potrebbe esserci un altro impegno (da confermare, contro l’Ucraina) e partirà con la serenità di chi sa di aver fatto tanto in questi mesi. Non ancora tutto però: la concorrenza è enorme, ma visto che è stato inserito nei centrocampisti e non negli attaccanti qualche speranza di andare al Mondiale c’è. Dipende tutto da lui, che non vede l’ora di provarci.

STRADA GIUSTA – In nazionale ritroverà l’ex romanista Paredes e, ovviamente, il suo amico Messi, ma è con Fazio, compagno distanza nella Roma, che condividerà tutte le tappe di questa corsa al Mondiale che sarebbe una sorta di piccolo miracolo, considerando che quattro anni fa pensava addirittura di smettere. Poi il Genoa, la rinascita e la nuova vita romana: rigorista, punto fermo di Spalletti prima e di Di Francesco poi, anche se adesso le alternative non mancano. Schick e Defrel stannorientrando in gruppo, El Shaarawy sta meglio, Florenzi con il rientro di Karsdorpgiocherà spesso davanti e Under scalpita, ma nessuno ha la capacità di saltare l’uomo che ha lui e che piace tanto agli allenatori. Domani potrebbe riposare, mentre sicuramente ci sarà Fazio, vista l’assenza prolungata di Manolas.

COME A LONDRA – A Sky il difensore ribadisce quanto detto già, pubblicamente e privatamente, da Di Francesco e da Monchi: «Se giocheremo sempre come con il Chelsea non avremo problemi di punti. Io ho sempre avuto fiducia in questa squadra, avremmo meritato di vincere in Champions, ma adesso pensiamo alla partita molto importante che ci aspetta». In trasferta in campionato finora la Roma ha fatto bottino pieno (e anche in coppa è imbattuta), con un rendimento difensivo alto, visto che non ha mai incassato reti: «Siamo molto forti, ma dobbiamo dimostrarlo in campo partita dopo partita», aggiunge Fazio. A Torino farà ancora coppia con Juan Jesus (possibile che Moreno abbia una possibilità con il Crotone), ma fino al ritorno di Manolas sarà lui il leader del reparto. Di Francesco si fida, Sampaoli anche: al contrario di Perotti, la sua convocazione non è più una sorpresa.



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