Diego Perotti

(Gazzetta dello Sport – C. Zucchelli) La speranza dei tifosi della Roma è che Diego sia pronto come Francesco. Entrambi di cognome fanno Perotti: uno è il padre, l’altro il figlio che, stando alle storie su Instagram della mamma, gira per casa da un paio di giorni con la divisa giallorossa e la maglia numero 8. Francesco Perotti, nato a Genova ma che cresce da romanista a Casal Palocco, sembra in clima partita; il papà a Trigoria (rigori compresi) anche, visto che stasera, dopo essersi riposato contro il Torino, tornerà con Dzeko e Ünder nell’attacco della Roma. E lo farà con gli occhi puntati addosso, perché è l’uomo Champions del club: il suo gol al Genoa a maggio ha regalato il secondo posto in campionato, la sua rete al Qarabag sette mesi dopo ha invece consentito alla Roma di chiudere il girone come prima in classifica. Mica poco, considerando che i due centri hanno portato a Pallotta un regalo assai gradito, forse pure più di quelli che riceverà oggi per i suoi 60 anni: 50 milioni di euro, spiccio più spiccio meno, perché, come certifica anche il bilancio, la Champions è di un altro pianeta rispetto all’Europa League.

PRONTO – Quella di stasera per l’argentino, che tra l’altro a livello internazionale si gioca tanto, vista la voglia di andare al Mondiale e la concorrenza agguerrita nella sua selezione, sarà la presenza numero 19 in Champions, l’undicesima con la Roma. «Vogliamo i quarti», ha detto in questi giorni in una delle interviste rilasciate in patria. Li vuole lui, li vogliono tutti a Trigoria, dieci anni dopo l’ultima volta. Per mettere in crisi la difesa dello Shakhtar Di Francesco punta sulla fantasia del suo uomo di Coppa, che ammette come siano «questo tipo di gare a darti il senso della stagione». Appunto: il senso di tanto, se non tutto, ci sarà stasera all’Olimpico, e allora Perotti dovrà essere l’uomo in più della Roma, come lo era stato contro il Chelsea, altra notte di Champions da ricordare.

RITORNO AL FUTURO – In arrivo mesi importantissimi: a luglio Perotti compirà 30 anni, il mese prima diventerà papà di un altro maschietto, sogna di andare in Russia con l’Argentina, ma ora si gode la Roma, con un contratto fino al 2021. Nella squadra titolare di Di Francesco, con più continuità rispetto al passato anche sottoporta (7 gol stagionali, il suo record è 10), è un punto fermo, la fascia sinistra se l’è presa miscelando corsa, concretezza e fantasia, pure a discapito di El Shaarawy, che sembrava fatto apposta per il gioco dell’allenatore. Perotti meno, ma avendo iniziato a lavorare col tecnico dal ritiro di Pinzolo, oggi è una delle sue certezze. Come Alisson, come De Rossi, come Dzeko. A loro la Roma si aggrappa per regalarsi una notte magica, come non se ne vedono da un po’ e come il piccolo Francesco Perotti, da giorni vestito di giallorosso, non ha ancora mai visto.



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