Quel 28 maggio, la festa di Francesco Totti è diventata la festa anche di Diego Perotti, che con quella rete sul gong aveva regalato alla Roma – con il secondo posto – l’accesso alla Champions. La sfida con l’Inter sembrava il seguito di quel pomeriggio di gioia e lacrime, perché l’argentino aveva ripreso da dove aveva finito. In bellezza. Una partita, la sua, fatta di idee, giocate e sostanza. Un palo, poi. Che fa gridare vendetta, perché quel gol avrebbe demolito l’Inter prima della sua resurrezione. E poi un rigore netto, da lui procurato e forse da lui trasformato avrebbe portato la Roma al delirio della festa. Ma niente, il Var (Orsato) decide di non intervenire e per l’arbitro Irrati il caso non sussiste. «Sono molto arrabbiato: non possiamo perdere così». Il musino Perotti stavolta lo mette e ha pure ragione. «Non meritavamo di uscire sconfitti, poi loro sono bravi. Forse abbiamo perso concentrazione e cattiveria. Il rigore? L’arbitro ci ha spiegato che era solo angolo. Posso capire che non veda l’episodio, ma mi sembra un po’ strano che quelli che sono dentro non l’abbiano segnalato»
(Il Messaggero – A. Angeloni)
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