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Rassegna stampa

Petrachi licenziato fa causa a Pallotta. Fienga gestisce il mercato pre-cessione

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NOTIZIE AS ROMA PETRACHI – L’ultimo atto era forse il più scontato. Una volta ricevuta la notifica (inviata venerdì) di una decisione (licenziamento per giusta causa) già presa all’unanimità dal cda lo scorso 26 giugno, Petrachi ha deciso di fare causa alla Roma.

Finisce così, con gli stracci che volano, una vicenda nata male. Il ds che pur di liberarsi la scorsa estate dal Torino aveva accettato il braccio di ferro con Cairo, ora è pronto a fare lo stesso con il club giallorosso impugnando il licenziamento e presentandosi davanti alla sezione lavoro del Tribunale di Roma. Una decisione inevitabile – filtra dal pool di avvocati che lo difendono – non essendoci ad oggi l’accordo Collettivo tra Lega Serie A e direttori Sportivi.

Finisce così ufficialmente la storia tra «l’uomo scomodo che non va a prendere il caffè con nessuno» (autocit.) e la Roma. Tradito dal suo ego smisurato e dall’ebbrezza dovuta a ricoprire un ruolo che, per mancanza di presidenza in loco, fa somigliare la carica del ds ad una sorta di plenipotenziario, Petrachi – come accaduto ai predecessori Sabatini e Monchi – paga la caccia al capro espiatorio sul quale far ricadere le responsabilità del flop tecnico stagionale. A differenza dei suoi predecessori, l’ex granata ci ha messo però del suo con atteggiamenti poco graditi a squadra, club e proprietà, culminati con l’sms al vetriolo a Pallotta. 

Al netto del giudizio sull’operato tecnico, privarsi di Petrachi rappresenta un salto nel vuoto. La Roma è l’unico club in serie A acefalo del ds, proprio nell’anno in cui – vista la mole di operazioni che attendono la società – servirebbe di più. E così se De Sanctis ricopre ufficialmente il ruolo per la modulistica federale (ma continua ad occuparsi essenzialmente della Primavera e del settore giovanile) tocca a Fienga acquisire le mansioni dell’ex granata, in attesa del cambio di proprietà. Ad affiancarlo (come dimostrano le operazioni Pedro e Mkhitaryan) c’è Baldini che si sta occupando in prima persona anche del gruppo sudamericano interessato all’acquisizione del club.

Baldissoni, invece, coadiuvato da un esponente di spicco della politica italiana fine anni 90, si sta muovendo sul versante dei paesi arabi. Operazioni che, qualora dovessero avere delle accelerazioni, necessiterebbero almeno di 6 mesi tra due diligence e proposte varie. L’unico pronto rimane Friedkin al quale però Pallotta non ha più riaperto la porta dopo il no alla proposta di 575 milioni. 

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Oggi intanto la Roma – nelle persone dell’ad Fienga, del vicepresidente Baldissoni, del medico sociale Manara e del team manager Gombar – è attesa nel pomeriggio in Procura Federale. La vicenda è nota: Fienga, Manara e la Roma (per responsabilità oggettiva) hanno ricevuto un deferimento-lampo (addirittura il giorno dopo il match con i partenopei) per non aver rispettato il protocollo Covid-19 riguardante il distanziamento in panchina al San Paolo.

Il club ha chiesto di essere ascoltato e quindi, tecnicamente, i due provvedimenti sono al momento sospesi. Il rischio però che possano estendersi anche a Baldissoni e Gombar è alto e dovuto ad un ulteriore esposto che il Napoli, per conto del ds Giuntoli, ha redatto e inviato agli 007 federali. Capitolo Covisoc: Fienga chiamato a dare delle delucidazioni dopo che nella relazione semestrale, la continuità aziendale è stata definita ad alto rischio. 

(Il Messaggero)

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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