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Rassegna stampa

Petrachi vuole restare ma ha perso tutti i poteri: conta solo il campo

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NOTIZIE AS ROMA PETRACHI – Parola d’ordine: ogni pensiero va al campo e solamente al campo. La Roma prova a congelare l’ultima polemica in ordine di tempo: la rottura, peraltro definitiva, tra il presidente James Pallotta e il d.s. Gianluca Petrachi. Ancora una volta il lavoro di mediazione tocca al Ceo Guido Fienga, che ieri si è incontrato con Petrachi a Trigoria.

Il d.s. ha manifestato la volontà di andare avanti in giallorosso – è legato fino al 2022 da un ricchissimo contratto da un milione e 200mila euro netti a stagione, più bonus a rendimento -, spiegando i motivi che hanno causato le divergenze con la proprietà. Petrachi si sente limitato nei suoi poteri e non ha gradito che, nelle anticipazioni dell’intervista del sito del club a Pallotta, non fosse stato nominato insieme a Fienga e Zubiria. Per questo ha inviato al presidente un messaggio suicida.

Nell’intervista completa rilasciata ieri ai canali ufficiali del club, il d.s. non è stato nominato per la seconda volta. Secondo alcuni, Pallotta aveva ricoperto di elogi Petrachi nella versione integrale e le anticipazioni avevano creato un misunderstanding. I casi sono due: gli elogi non c’erano oppure sono stati tolti. E non si sa quale sia l’ipotesi peggiore per il salentino.

Petrachi è riuscito nell’impresa di mettersi contro presidente, allenatore e giocatori. Può restare ancora a Trigoria, magari fino al termine del campionato, ma senza più nessun potere. La dirigenza «italiana» vuole far calare la temperatura, cercando una via di uscita che non scateni un nuovo polverone. La squadra non ne ha certo bisogno. Ci sono 12 partite da giocare e il piano-Champions prevede 30 punti da conquistare. Una montagna da scalare, ma ogni dettaglio può essere importante. Va messa la sordina anche al discorso calciomercato: come può un allenatore gestire al meglio calciatori che un giorno sì e l’altro pure vengono messi in vendita. In questo senso l’intervista di Petrachi a Sky è stata una Caporetto.

Per provare a conquistare la qualificazione in Champions League serve che tutti portino il loro contributo alla causa. Anche e soprattutto chi ha dato meno per tutta la stagione ma adesso ha un’occasione per rifarsi.

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Ad esempio Nikola Kalinic, che, dopo essere rimasto a secco per sei mesi, ha trovato i suoi primi due gol in giallorosso proprio nell’ultima gara giocata, a Cagliari, il 1 marzo. La Roma e l’Atletico Madrid, con il benestare del calciatore, hanno trovato l’accordo per la sua permanenza fino al termine della stagione. Superato dunque l’ostacolo del 30 giugno, deadline per la scadenza dei prestiti. È scaduto invece ieri il termine per il riscatto di Schick, da parte del Lipsia, per 29 milioni di euro. Il club tedesco vuole pagarne 20 e aspetta le mosse della Roma.

(Corriere della Sera)

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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