(Leggo – F. Balzani) Il doppio infortunio alle spalle, il rinnovo fino al 2022 e ieri pure la prima convocazione con l’Under 20. Sul volto di Luca Pellegrini è finalmente tornato a splendere il sole. Il ragazzo di Cinecittà, che Di Francesco si era portato in Prima squadra già la scorsa estate, è pronto a spiccare il volo e la prossima stagione sarà la prima alternativa a Kolarov sulla fascia sinistra. L’altro Pellegrini (oltre a Lorenzo, ma i due non sono parenti) d’altronde ha seguito «un percorso vincente» come ci ha spiegato chi l’ha visto nascere e crescere prima alla Cisco Roma (quando era solo un Pulcino) e poi alla Tor Tre Teste dove si è fatto notare dalla Roma e dalla Lazio.
Si tratta di Gianni Petrocchi, responsabile tecnico di entrambi i club e amico della famiglia Pellegrini: «La Roma ha fatto un gran colpo a tenerlo, ma è giusto così visto che sono stati bravi a migliorarlo sulla parte tecnica. Luca è un vincente predestinato. Nessuno ha vinto di fila gli scudetti Giovanissimi, Allievi e Primavera. Quando stava con noi non sembrava avere qualità superiori agli altri, ma era disposto ad ascoltare e a crescere costantemente. Per lui sono stati fondamentali Muzzi agli Esordienti e Coppitelli nell’anno dello scudetto con gli Allievi. Roberto lo ha portato da ala sinistra a difensore centrale e poi terzino vedendo in lui la dote della velocità di corsa nel breve e un piede sinistro di grande qualità». Ma il merito va alla famiglia: «Il più grande pregio di Luca è la leggerezza d’animo. La famiglia non gli ha mai fatto pressione e gli ha fatto vivere il calcio e il successo in maniera quasi distaccata, serena. Il papà è un ex calciatore della Primavera del Napoli, il nonno fu il mio presidente al Bettini». Forse anche per questo Luca ha resistito alle tentazioni della Premier: «Il suo procuratore (Raiola, ndr) è bravo a valorizzare i suoi giocatori, ma la scelta di Pellegrini è giusta e da quel che so non ha mai avuto intenzione di andare via». Di Francesco ha chiesto fortemente la sua conferma dopo esserselo portato in tournée («Il doppio infortunio in un anno così è stata una mazzata, ma si è ripreso bene», ha aggiunto Petrocchi), e pure Bruno Conti ne è rimasto impressionato. Il mito di Luca è Maldini, e in Nazionale da anni non si raccoglie l’eredità di Paolo. «Difficile ora dire a che livello potrà arrivare, ma vista la carenza di terzini sinistri può essere il futuro dell’Italia», ha concluso Petrocchi.
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