AS ROMA NEWS DELISTING BORSA FRIEDKIN – La passione dei tifosi, in questo caso anche azionisti, da una parte, la mera finanza dall’altra. Trovare un equilibrio è quello che la Roma ha cercato di fare per convincere i possessori di azioni a partecipare all’opa propedeutica al delisting, cioè l’uscita dalla Borsa, del club, che consentire al club di agire in modo più rapido e snello, risparmiando circa 7 milioni all’anno.
Come riferito da La Gazzetta dello Sport, è la seconda volta che la Roma fa questo tentativo, ma nel primo caso, a novembre 2020, non andò a buon fine. La nuova Opa è iniziata ieri (la spesa finale per i Friedkin sarà di circa 37 milioni), ma come è logico non ci sono state richieste di adesione perché, in questi casi, è consuetudine che tutto si decida nell’ultima settimana.
Il tempo c’è ed è fino all’8 luglio, poi eventualmente, se i Friedkin raggiungeranno il 95% delle azioni del club, in un mese la Roma diventerà privata entro agosto. Al momento il Gruppo Friedkin detiene quasi il 90% del pacchetto del club, l’obiettivo è arrivare al 95% per poter uscire dalla Borsa.
Per convincere gli azionisti la Roma ha messo in campo una strategia finanziaria e non, ben consapevole che per molti possedere le azioni del club va al di là dell’aspetto economico. Gli azionisti che venderanno le loro quote avranno diritto a dei vantaggi. La Roma mette sul piatto un premio economico, che consiste in 0.43 euro per azione (al momento dell’annuncio dell’Opa il valore era 0.36).
Poi si va su tre livelli: a tutti sarà garantito l’ingresso a Trigoria per seguire un allenamento, un gagliardetto in edizione limitata con le firme dei giocatori, una maglia, sconti del 10% dei Roma store e una finestra prioritaria di acquisto biglietti per il derby. Chi vende da 25 mila a 180 mila azioni potrà incontrare l’allenatore, vedere il proprio nome su una maglia speciale e partecipare alla festa di Natale. Chi venderà oltre 180 mila azioni potrà aggiungere anche una cena con i Friedkin in una location esclusiva.
L’assist – il progetto si chiama proprio così – che i Friedkin si aspettano dagli azionisti è di quelli decisivi, perché sono convinti che solo uscendo da Piazza Affari la Roma possa crescere davvero. L’obiettivo è lasciare la Borsa entro il 2022 e se l’Opa non andasse a buon fine è pronto il piano di riserva.
A quel punto si tratterebbe di mosse solo finanziarie (in sintesi la Roma sarebbe fusa in un’altra società non quotata, procedendo a una ricapitalizzazione da circa 250 milioni in modo che i Friedkin possano raggiungere la soglia richiesta) e per i vecchi azionisti non ci sarebbero più vantaggi. Ma nessuno, a Trigoria, vuole pensare che si arrivi a questo perché finora il mercato ha risposto positivamente. Conciliare passione e finanza non è semplice, ma i Friedkin e i loro dirigenti pensano di aver fatto il possibile per riuscirci.
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