Francesco Totti

«La poesia del calcio racchiusa in due parole: Francesco Totti». Sta tutto qui il senso di quella che può tranquillamente definirsi una fede, in uno striscione che sventola fuori dallo storico club della Roma di Testaccio, realizzato da una professoressa di pianoforte e tenuto su dai tifosi del Capitano. Non c’è certezza che riesca a indebolire la speranza di decine di tifosi di Francesco Totti desiderosi di rivederlo ancora, il prossimo settembre, tirar colpi in porta e segnare. Un sogno che, però, vale la gloria di un istante. «Sic transit gloria mundi», dice un po’ amareggiato Alberto Mattei che proprio fuori dal club con indosso la maglietta della AS Romatargata 1927 dove c’è raffigurato anche lo zio Attilio, (terzino della Magica), non può che prender atto della realtà. «Ci dobbiamo mettere in testa – dice – che con Totti finisce l’idea di una squadra di città». E il motivo è semplice; lo spiega a cuore aperto Beatrice Campesi, 34 anni, che da Tivoli è arrivata in via Ghiberti solo per gustarsi l’ultimo match dell’imperatore. «Sono appassionata di questa città e il Capitano va oltre il calcio – racconta – strappa emozioni da 25 anni, riesce lì dove il pallone si ferma, impersona Roma. La città è lui». «Poteva andare al Real Madrid – aggiunge Davide S., che ieri si è fatto spostare il turno di lavoro pur di non perdersi la partita – e invece Totti ha anteposto alla carriera l’attaccamento a questa città».

EMOZIONI – Ed ecco che alla fine qualche lacrima scende quando il Capitano esce dal campo, con la Roma che chiude il campionato in seconda posizione, e va ad abbracciare i figli e la moglie Ilary, impugnando poi il microfono per salutare tutta la Capitale. «Lo vedi com’è – dice Alberta Vinci – non puoi non amarlo». E per più di due ore, ieri, nel cuore dello storico Rione si è respirato questo: tanto amore e un bel po’ di tristezza. «Forse solo quando si giocava contro l’Inter di Mourinho – spiega il titolare del club, Maurizio Rosi – avevamo così tanta gente». In mezzo, nella platea, c’è di tutto: testaccini doc, tifosi sfegatati, bambini come Antonio – 11 anni – e il volto che gli si illumina quando gli chiedi ma quanto ti piace Totti? «Tantissimo, è il più grande di tutti». E ancora fan del Capitano stranieri tra cui Hismo e Eleksi Alhoniemi che a Testaccio ci sono arrivati dalla Finlandia spinti solo dalla stima e dalla passione per il Capitano. «Credo di essere l’unico nella mia città – dice Hismo – ad avere un tatuaggio sul braccio della Roma». O ancora Ajmal Ameer, 31 anni, pakistano e da 15 anni residente nella Capitale dove lavora come chef in un ristorante giapponese. «Mi piange il cuore per questo addio – dice abbozzando un sorriso – se ho iniziato ad appassionarmi alla Roma è solo per Francesco, lo guardavo in tv nel mio paese prima di arrivare in Italia». Totti, l’uomo delle mille imprese e dei successi intramontabili, che fa breccia anche nel cuore dei laziali, come è successo alla signora Franca, che dal balcone del suo appartamento al primo piano, di fronte al club di Testaccio, ha appeso uno striscione: “Il gladiatore”. «Da laziale convinta, lo faccio per Francesco – dice – è il meglio di tutti».

OTTAVO RE DI ROMA – E se Testaccio, zoccolo duro e patria dei tifosi della Roma che trasformarono il quartiere in una Rio de Janeiro quando la quadra vinse lo scudetto nel 2001, omaggia quello che viene definito “L’ottavo re di Roma” – come recita una targa issata in piazza Santa Maria Liberatrice –, la città intera ossequia il Capitano. Dai cappuccini a lui dedicati al nuovo murale apparso a piazza del Fico nel quale Totti è raffigurato come un imperatore. In mattinata circolava anche un bus dell’Atac dove al posto della tradizionale insegna indicante la linea, troneggiava la scritta luminosa “Grazie Capitano”. E poi gli striscioni: dal Circo Massimo a piazza Mazzini fino a viaAurelia. Un unico comune leitmotiv: rendere gloria al Capitano. A Boccea, invece, non lontano da un altro club della Magica, sono apparsi palloncini su balconi, terrazze e fili della luce. Immancabilmente giallo-rossi. Inevitabilmente rivolti a lui, a Francesco Totti. E alla storia che ha segnato per questa città.

(Il Messaggero)



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