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Rassegna stampa

Pinto lascia, la Roma cambia. L’addio del gm: “Ciclo concluso”. Lascia al club 44 milioni di utili

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AS ROMA NEWS TIAGO PINTO – Era nell’aria oramai da un po’, da ieri però è ufficiale. Dopo tre anni Tiago Pinto e la Roma si separano, ognuno andrà per la sua strada. Anche se poi per l’addio vero e proprio bisognerà aspettare ancora, esattamente il 3 febbraio, con l’attuale general manager della Roma che condurrà fino alla fine anche questa sessione di mercato, quella invernale, la settima da quando è a capo dell’area sportiva giallorossa, scrive La Gazzetta dello Sport.

«Ringraziamo Tiago per l’incessante impegno che dal primo giorno ha profuso per tutta l’area sportiva, dalla prima squadra al settore giovanile, fino al dipartimento femminile – le parole di Dan e Ryan Friedkin. Il processo di individuazione del nuovo direttore sportivo è in corso e saremo lieti di poterlo annunciare nelle prossime settimane».

Pinto e i Friedkin avevano iniziato a parlare già da più di due mesi del loro rapporto, con il manager portoghese che aveva manifestato alla proprietà la sua stanchezza da una parte, ma anche la soddisfazione per aver portato a termine il compito che gli era stato affidato inizialmente dai Friedkin. E, cioè, la ristrutturazione sportiva del club, con il lavoro fatto nei tanti dipartimenti (tra cui vivaio e settore femminile ma non solo, anche area scouting e medica).

I colloqui sono diventati sempre più fitti, fino alla decisione condivisa di separarsi, maturata a dicembre. «Dopo tre anni ritengo concluso il mio ciclo a Roma – ha detto lo stesso Pinto . Ringrazio tutti coloro che hanno reso speciale la mia permanenza nel club e in questa città: in primis i Friedkin, che mi hanno concesso di vivere un’esperienza unica in una società storica e in un paese dove il calcio è passione e tradizione. Ringrazio tutti quelli che mi hanno affiancato nella ristrutturazione dell’area sportiva, insieme abbiamo condiviso la responsabilità e il privilegio di lavorare per un bene prezioso, la Roma. Infine un pensiero a tifosi e vivaio: passato, presente e futuro del club». Quindi, ieri mattina, l’annuncio del g.m. alla squadra, ringraziandola di quanto fatto e promettendo ancora il massimo impegno, lui che lascia con una Conference vinta.

Ma perché Pinto lascia la Roma? In questi giorni uscirà una lunga intervista a The Athletic in cui dirà tante cose. Di certo c’è che il g.m. considera concluso il mandato per cui era stato scelto nel 2021. In più era un po’ di tempo che manifestava stanchezza nel lavoro, in una città che prima di lui ha «tritato» altri direttori sportivi: da Massara a Petrachi, passando anche per Monchi. Quindi il rapporto con Mourinho, che non è mai decollato (eufemismo) nonostante siano entrambi portoghesi. E anche le ultime «punzecchiate» dello Special One hanno portato Pinto a scegliere per l’addio definitivo.

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Il g.m., dunque, prima di andarsene via davvero dalla Roma dovrà cercare di portare a casa un difensore centrale (lo juventino Huijsen è una pista che resta viva, per Chalobah del Chelsea serve prima una cessione). In questi tre anni i suoi colpi migliori sono stati sicuramente Lukaku e Dybala, quelli che gli rinfacciano un po’ tutti Viña e Shomurodov.

Ma in tre anni Pinto ha speso in tutto 108,37 milioni (40 il top per Abraham), incassandone però 135,37 (Ibañez la cessione più remunerativa, con 28,5 milioni), più 16,65 di bonus già maturati (per un totale di 152 milioni) a cui se ne possono aggiungere ulteriori 31,3 di bonus variabili. Insomma, un saldo in positivo dal punto di vista economico-finanziario.

E mentre Pinto sta provando a capire se poter sbarcare o meno in Arabia Saudita, la Roma va a caccia del suo sostituto. Il nome in pole è quello dell’ex Milan Ricky Massara (che è stato già in giallorosso dal 2011 al 2016 e poi un anno tra il 2018 e il 2019), poi François Modesto, attualmente al Monza e che ha già lavorato con la Soulokou all’Olympiacos. Infine Javier Ribalta, che ha lasciato da poco il Marsiglia (al suo posto Benatia). A meno che non ci sia un colpo a sorpresa, la mano di Charles Gould, l’uomo che con i suoi algoritmi aveva già suggerito proprio lo stesso Pinto.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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