AS ROMA NEWS ITALIA PISILLI – La prima volta che Bruno Conti ha vestito la maglia della Nazionale era l’11-10-1980 (Lussemburgo-Italia 0-2), aveva 25 anni; a Peppe Giannini, invece, è toccato il 6-12-1986 (Malta-Italia 0-2), di anni ne aveva 22; stessa età per Francesco Totti, che ha toccato l’azzurro il 10-10-1998 (Italia-Svizzera 2-0); Daniele De Rossi ha messo piede nell’Italia il 04-09-2004 (Italia-Norvegia 2-1) e di anni ne aveva 21; 22, invece, per Alberto Aquilani che ha giocato per la prima volta con la Nazionale a Mondiale conquistato, il 15-11-2006 (Italia-Turchia 1-1), scrive Il Messaggero.
Poi, Alessandro Florenzi, campione d’Europa, ha giocato in azzurro da ventunenne, dal 14-11-2012 (Italia-Francia 1-2). E Lorenzo Pellegrini? Lui ha toccato la maglia azzurra per la prima volta l’11-06-2017, a (Italia-Liechtenstein 5-0) a ventuno anni. Chissà, forse domani all’Olimpico contro il Belgio – o lunedì a Udine con Israele – potrebbe toccare a Niccolò Pisilli (già campione d’Europa nel 2023 con l’Under 19), che ha appena compiuto vent’anni e che, come i suoi predecessori, sbuca in Nazionale dalla grande scuola di Trigoria. E come ogni esordiente, ha dovuto cantare davanti ai suoi nuovi compagni: e ha scelto “50 Special” dei Lunapop.
Niccolò ha la possibilità di fare meglio dei suoi grandi predecessori, almeno per quanto riguarda la precocità. Pisilli ha gli occhi del bambino felice, è diventato grande in poco tempo, da quando Mourinho gli ha messo la mano in testa e lo ha lanciato nel grande calcio; da quando De Rossi ha creduto in lui facendolo esordire da titolare su un campo difficilissimo come quello della Juventus. È diventato talmente grande che Spalletti ci ha messo un attimo a convocarlo, facendolo subito sentire parte integrante di questa Italia giovane, il nuovo corso, ripartito dopo il controverso Europeo.
La Nations è un palcoscenico di un certo livello, ma l’obiettivo vero è il Mondiale del 2026 (Usa-Messico-Canada), quando Niccolò non avrà nemmeno 24 anni. E ci crede. Crede nel doppio binario: prendersi la Roma e la Nazionale. Spalletti lo ha accolto come un padre-maestro. «Voglio bene ai miei calciatori». E vuole bene anche al piccolo Niccolò, calciatore e studente (Scienze della Comunicazione, gli piacerebbe fare il giornalista), è umile ma tignoso.
«A vederlo mi sembra proprio un bel centrocampista, sa fare entrambe le fasi. Mi diceva De Rossi che nelle partitine fa sempre gol. Ha frequenza di passo, ha energia. È uno che sa fare un po’ tutto, può far parte della nostra nuova storia», così lo ha accolto il ct. Che di solito convoca solo 23 calciatori, per dare la sensazione a tutti di poter prendere parte – in ogni momento – alle gare. Pisilli ci spera, sarebbe per lui una gioia in più fare l’esordio nel suo terreno di gioco, l’Olimpico. Magari non sarà tra i titolari, ma questo modulo spallettiano, che prevede tanti centrocampisti d’inserimento, potrà agevolarlo da qui in avanti. Può essere l’alternativa a Pellegrini come trequartista, può fare la mezz’ala come Frattesi e Barella (che al momento non c’è, ma che resta un perno inamovibile della Nazionale di Spalletti).
«Le parole del ct fanno molto piacere, spero di poterle trasformarle in fatti», ecco Niccolò, alla sua prima conferenza stampa azzurra, nell’Aula Magna di Coverciano. «Dopo la pre-convocazione, mi son detto “vedremo…”, ma senza troppe pretese. Ora cercherò di imparare da tutti i miei compagni, che sono al top. Ci tengo a ringraziare De Rossi, Mourinho e Juric, se sono qui è per loro».
Frattesi ha elogiato Niccolò, convinto che potrà diventare una bandiera giallorossa. «Io sono un tifoso romanista, ma è ancora presto per dire se potrò fare una intera carriera alla Roma». Più facile, ora, sognare il per Mondiale. «Sarebbe un sogno. Che ogni bambino fa quando comincia a giocare a calcio, me lo auguro con tutto me stesso». E glielo auguriamo anche noi.
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