Certo, a descrivere l’Europa League come un’occasione verrebbe da ridere o da piangere, che in fondo è la faccia diversa della stessa antipatica reazione all’eliminazione Champions. Ma senza farsi notare troppo, senza gli ovvii ragionamenti economico­finanziari che la batosta con il Porto si è portato dietro, la Roma ha davanti a sé un’occasione da non buttare all’aria. Occasione, perché è giusto definire così le 7 partite in 22 giorni che il calendario affida a Luciano Spalletti. C’è l’Europa di mezzo, c’è l’Europa anche in campionato perché da domenica fino al 2 ottobre l’Italia mette di fronte Fiorentina e Inter, due che in classifica difficilmente saranno lontanissime dalle posizioni giallorosse. L’Europa League e non la Champions, la differenza è tutta qui. Perché il sorteggio ha messo di fronte alla Roma un girone di qualificazione non proibitivo, l’occasione teoricamente migliore per far ruotare tutto l’organico, per mettere minuti nelle gambe di chi altrimenti avrebbe faticato a trovare spazio. Ruolo per ruolo, tralasciando quello del portiere in cui Alisson e Szczesny portano avanti un ballottaggio a parte, ecco chi potrà sfruttare la doppia competizione per (provare a) mettere in difficoltà Spalletti.

DIFESA – Prendi Fazio, ad esempio. L’argentino è evidentemente dietro nelle gerarchie di inizio stagione nel reparto dei centrali, ma nulla va dato per scontato, specie se Vermaelen dovesse continuare a mostrare qualche lacuna come nelle prime partite. Almeno fino a quando non rientrerà Rüdiger, che tra fine mese e inizio ottobre tornerà ad allenarsi con i compagni. Che Roma ritroverà? Che ruolo gli affiderà Spalletti? Occhio alla posizione di terzino destro, se è vero che il tecnico considera Bruno Peres molto più di un’alternativa anche a sinistra, lì dove avrà modo di crescere anche Emerson (solo dopo aver scontato le due giornate di squalifica).

CENTROCAMPO – Qui le rotazioni saranno benvenute e magari tireranno dentro anche Florenzi. Di sicuro Gerson avrà l’occasione di capire la Roma e il calcio di Spalletti. E lo stesso Paredes, complici pure l’infortunio e la squalifica di De Rossi, dovrà accelerare il suo processo di crescita. Processo che fa rima con esame: o si prende la Roma in maniera stabile, oppure rischia di restare una semplice alternativa.

ATTACCO – E poi Totti e Iturbe, su tutti. Pure su El Shaarawy, fin qui rimasto in disparte ma destinato comunque a trovare spazio. Il tour de force regalerà invece minuti importanti a Iturbe, che Spalletti è curioso di vedere all’opera con una certa continuità prima di bocciarlo. E da qui fino al 2 ottobre non mancherà l’esordio stagionale di Totti: aspettarsi magie non sarà chiedere troppo. Aspettarsi sempre la stessa Roma, invece, sarebbe sbagliato.

(Gazzetta dello Sport – A. Pugliese)



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