E poi, in fondo a questa storia raccontata come neppure in una telenovela sudamericana di second’ordine, finisce per sfuggire il cuore, la polpa. Tutti attenti fin troppo alla forma e poco alla sostanza. E la sostanza dice che la Juventus con Miralem Pjanic ha fatto il colpo, mettendosi in casa un giocatore che molto sa fare e molto sa fare bene, specie se trascinato – come lo sarà in bianconero – da una serie di altri grandi giocatori. Il centrocampista sarà a Torino domani, al più tardi dopodomani, per le visite mediche e la firma del contratto. E sempre lei, la sostanza, racconta che la Roma ha trovato 32 milioni di euro che sistemano la pratica bilancio al 30 giugno. Ce ne sarebbe a sufficienza per chiuderla qui, con il giocatore ben felice di andare a guadagnare di più alla Juventus – bonus compresi, oltre 5 milioni di euro netti a stagione –, l’univo vero top club ad essersi avvicinato concretamente al bosniaco.

APPOGGIO MAROTTA E invece no. E invece ecco la telenovela sudamericana, girata per l’occasione tra Roma e Torino, che di fatto piazza in un angolo mediatico il bosniaco, al quale la società giallorossa e quella bianconera hanno piazzato addosso tutte le responsabilità dell’affare. E ora, al netto di messaggini whatsapp e di verità sussurrate dal centrocampista – è stata la Roma a volermi vendere, questo il pensiero attribuito a Pjanic –, la Roma ieri ha reso note le parole contenute nella raccomandata ricevuta dal bosniaco il 9 giugno — che pubblichiamo integralmente qui a fianco –, in cui il giocatore comunicava di volersi avvalere della clausola rescissoria. «Pallotta è stato accusato di non aver rispettato la parola, ma aveva detto, in assoluta buona fede, che non voleva vendere Pjanic. Perché è vero, non voleva venderlo – ha detto il d.g. giallorosso Mauro Baldissoni a Roma –. Poi anche recentemente ha affermato che non dipendeva da noi perché aveva una clausola. Pjanic va via con la clausola, questa è la realtà». Non passa neppure un’ora che Baldissoni incassa anche l’appoggio virtuale di Beppe Marotta, a.d. bianconero, attraverso gazzetta.it: «Non c’è stata nessuna trattativa tra i due club, ma solamente la volontà del giocatore, che si è avvalso della ben nota clausola, come da lui stesso comunicato. A breve sosterrà le visite mediche con noi».

LA RICOSTRUZIONE La clausola prima, la percentuale a favore di Pjanic poi, ora la data della raccomandata: Roma si è spaccata su ogni aspetto della vicenda, perché poi c’è a chi conviene dipingere il giocatore come un traditore o, viceversa, Pallotta come un «bla bla bla» (uno dei post più gettonati su twitter). La verità non ha una sola faccia, men che mai in questa storia. I tempi della telenovela, poi, di solito sono lenti e fin troppo conditi. La ricostruzione della vicenda, invece, è molto più semplice. Pjanic aveva l’accordo con la Juventus da settimane, almeno da un mese, certificato dalla stima di Allegri che in tempi non sospetti aveva fatto pervenire al bosniaco la volontà di riservargli una maglia nella Juventus che verrà. Lo stesso bosniaco, a quel punto, ha chiesto all’agente Michael Becker di sondare il terreno per altre soluzioni, magari all’estero, certamente più gradite alla Roma che così facendo non avrebbe rinforzato una rivale italiana. Soluzioni rimaste immaginarie: Barcellona e Bayern non sono andate oltre un «mi piace», Pjanic non era una priorità e il discorso, semmai, si sarebbe concretizzato più in là. Soluzione condivisa con Trigoria: Miralem voleva andar via, ma probabilmente l’avrebbe fatto senza fretta. Perché la Roma avrebbe coperto le esigenze di bilancio entro il 30 giugno solo con la cessione di Rüdiger al Chelsea, virtualmente conclusa per 25 milioni complessivi. Piano stilato ed esposto a Spalletti. Piano saltato dopo l’infortunio di Rüdiger di martedì scorso (operato ieri al ginocchio destro, tornerà tra fine ottobre e novembre), che ha fatto precipitare la situazione, accelerando un addio in stand by. La Roma ha capito che la rinuncia a Pjanic sarebbe stata la soluzione preferita (l’unica praticabile?), molto più che le cessioni di Nainggolan o Manolas, per motivi diversi. E il messaggio è arrivato chiaro sia in direzione Pjanic che in direzione Torino. Da lì il blitz di Marotta, la lettera del calciatore targata 9 giugno: va bene anche la Juve, vanno benissimo alla Roma quei 32 milioni, che arriveranno direttamente a Trigoria senza passare dai conti in banca del bosniaco, magari con un pagamento dilazionato. Non sembra una clausola, ma lo è: si potrebbe scherzare così. Ma così siamo tornati alla forma. La sostanza è che Allegri ha trovato un uomo su cui plasmare il nuovo centrocampo. E che Spalletti, senza il bosniaco, dovrà pensare un’altra Roma. Più solida nei conti, meno affascinante col pallone tra i piedi.

(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini)



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