Tiago Pinto, Paulo Fonseca

ULTIME NOTIZIE AS ROMA FONSECA – L’ultima speranza che profuma di illusione in un clima da tutti contro tutti, scrive Leggo. Giovedì la Roma si gioca l’intera stagione ad Amsterdam e – come spesso capita nelle primavere giallorosse – l’aria a Trigoria è diventata pesante.

Il pareggio col Sassuolo B ha sancito il fine corsa al quarto posto e alimentato nuove polemiche nello spogliatoio. Nonostante le smentite del club, infatti, più di una testimonianza racconta di un forte diverbio durante l’allenamento di Pasqua con Fonseca e Pinto da una parte e la squadra dall’altra. Durante il faccia a faccia alcuni giocatori hanno alzato i toni ed è volata qualche parola di troppo tanto che altri compagni hanno invitato i colleghi a calmarsi.

Si tratta dell’ennesimo episodio di “ribellione” della squadra alla gestione portoghese con il picco di gennaio nel post Roma-Spezia. Alcuni senatori sono ai ferri corti da tempo con Paulo, e non sarebbero un caso i mancati rinnovi. Il divorzio è scontato, il rischio crollo totale è possibile. Quattordici punti in 10 giornate sono una media che mettono a rischio pure la Conference League.

I Friedkin non parlano, osservano e riflettono. Magari pure sull’inserimento di un altro dirigente. Come detto il tutto accade nella settimana del quarto di Europa League che per ora mantiene ancora sulla panchina Fonseca. La Roma lo affronterà senza El Shaarawy. Il Faraone ha subito la lesione del flessore destro e sarà out almeno 20 giorni. Niente Ajax, all’andata e al ritorno. Il 48° infortunio per una rosa che spesso ha lamentato allenamenti troppo blandi. Oltre all’attaccante mancheranno Mkhitaryan, Kumbulla, Smalling e Zaniolo.

Spettatori poco entusiasti (eufemismo) sono i tifosi che ieri sui social non hanno risparmiato nessuno e che hanno dovuto subire prima la festa in Jacuzzi di Bruno Peres e poi l’ennesimo, inutile, sfogo di Pallotta. Tra le frasi poco opportune dell’ex presidente: «Con De Rossi e Totti ho fatto quello che era giusto per la Roma. Francesco voleva allenare, io gli ho detto di fare lo scout. Zaniolo? Monchi non sapeva chi fosse, l’ha voluto Baldini. E sullo stadio avevamo la Coca-Cola come sponsor».



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