Stadio della Roma

(Il Tempo – F. Magliaro) Sono 44 le pagine di prescrizioni che la Conferenza dei Servizi ha apposto al progetto della Roma di costruire il suo stadio a Tor di Valle. Sono contenute nella Determinazione che la Regione ha spedito l’altroieri a tutte le Amministrazioni coinvolte per la pre-revisione del testo, prima dell’invio definitivo al Campidoglio con cui verrà avviato l’iter di adozione della variante urbanistica. In totale sono 173 le prescrizioni presentate nel corso delle quattro sedute della Conferenza. Di queste, 42 erano state formulate dallo Stato, altrettante dalla Regione, 33 dalla Città Metropolitana e ben 56 erano quelle inserite dal rappresentante unico del Comune, l’ingegner Fabio Pacciani. Tra tutte le prescrizioni, dopo le varie sedute ne sono rimaste ancora 75 da recepire in sede di progetti esecutivi.

TORNA IL PONTE – La novità maggiormente rilevante è il ritorno del Ponte di Traiano: lo chiede nella prescrizione nr. B07a, la Regione che ha disposto che nella variante venga inserita quest’opera. E lo conferma lo Stato, nella prescrizione A08 in cui viene scritto: «Si rappresenta, altresì, il Ministero delle Infrastrutture (Mit), in via cautelativa, come comunicato con nota n. 529 del 24 gennaio 2017, manterrà le risorse economiche già stanziate sul Contratto di programma Mit-Anas Spa, che potranno essere utilizzate, anche, per la realizzazione del tronco autostradale, di circa 700/800 metri e del nuovo svincolo “Parco de’ Medici”, qualora in fase di esercizio della Stadio (Business Park) si dovesse presentare una maggiore esigenza di mobilità nell’area rispetto alle previsioni progettuali». Ora, con le prescrizioni della Regione e dello Stato, l’opera potrebbe trovare il finanziamento del Governo, magari impiegandolo 0,11% dei 93miliardi del contratto di servizio con Anas per investire questi 110 milioni di euro in un’infrastruttura comunque prevista da decenni in quel quadrante.

I CONTI SBAGLIATI – C’è poi una seconda prescrizione della Regione che suona come uno schiaffo in faccia alla Raggi e alla sua delibera. Come già Il Tempo aveva evidenziato semplicemente leggendo le stesse carte dei proponenti, anche la Regione ritiene che le previsioni inserite dal sindaco nella sua delibera di pubblico interesse, sulla capacità della Roma-Lido di assorbire il flusso di spettatori legati alle partite, siano solo un sogno. Si legge, infatti: «L’indicazione di Roma Capitale di pervenire ad una capacità della linea ferroviaria Roma Lido di 20mila viaggiatori/ora per direzione su tutta la tratta risulta non realistica allo stato dell’ultimo progetto proposto». Per consentire questa capacità di servizio occorrono «il potenziamento della Stazione di Tor di Valle con 3 nuovi tronchini», interventi sulla linea aerea, binari e scambi, più la «disponibilità di un parco convogli costituito da almeno 18 treni più le necessarie riserve». Aggiunge ancora la Regione: «In ogni caso l’eventuale servizio aggiuntivo che dovesse essere ritenuto necessario per gli eventi sportivi non potrà essere posto a carico della Regione Lazio, ma dovrà essere svolto entro i limiti tecnici imposti dagli impianti esistenti e con il materiale rotabile disponibile. Si ritiene pertanto che la soluzione indicata dal Proponente sia realizzabile solo a seguito di investimenti (non previsti nella nuova proposta) che riguardino la stazione di Tor di Valle (Roma-Lido) e di Magliana (FL1) e una offerta di trasporto su ferro adeguata». Della serie: poi, domani, non venite a piangere miseria da noi. E, ancora: «Nel caso in cui non ci fossero interventi sulle predette stazioni (che permettano l’aumento di capacità delle due linee per la soddisfazione della domanda massima prevista) le due infrastrutture ferroviarie (Lido e FL1) saranno in grado di assorbire, allo stato attuale, al massimo un quarto della domanda di trasporto prevista e quindi si avrà un utilizzo prevalente del mezzo privato (75% e oltre) per raggiungere lo stadio nei giorni dell’evento/partita. Si vuole evidenziare che nel caso in cui si verificasse tale eventualità anche la rete di viabilità privata andrebbe in crisi per la presenza di una domanda di trasporto abbondantemente superiore a quella di progetto». Ecco la prescrizione: «Si ritiene quindi opportuno prescrivere: il potenziamento infrastrutturale della Roma-Lido e della FL1, oltre all’acquisto dei nuovi treni; la contestualità dell’apertura dello stadio con il potenziamento del punto 1; in assenza di attuazione delle due prescrizioni precedenti, risulterà necessario un impegno da parte di Roma Capitale nella predisposizione di un progetto con una adeguata rete di TPL su gomma ed un conseguente Programma di esercizio, prevedendo per questo l’istituzione di corsie preferenziali (di tipo dinamico) riservate ai soli Autobus di linea di Atac ed ai mezzi di emergenza, in grado (almeno nella prima fase e a valle del progetto di potenziamento della stazione di Tor di Valle e della messa in esercizio di nuovi treni) di assorbire una quota consistente di domanda di trasporto (15-20%) che possa poi essere gradualmente diminuita un volta completati i necessari interventi di potenziamento della ferrovia Roma – Lido e sulla FL1».

RISCHIO IDROGEOLOGICO – «L’Autorità di Bacino ribadisce che le opere dimessa in sicurezza dovranno essere effettuate prima dell’utilizzo dello Stadio». Per il resto, poi, le analisi dell’Autorità e le prescrizioni sono le stesse del vecchio progetto («conferma le prescrizioni di cui alla nota prot. 464 del 6/02/2017»), tanto che, addirittura, si rimanda ai documenti consegnati a febbraio 2017. Se non altro, a dimostrazione di quanto fossero false prima le affermazioni di alcuni grillini e benpensanti sul rischio allagamenti e quanto siano altrettanto false le affermazioni dell’Amministrazione Raggi di aver risolto il problema con la sua nuova delibera.

ADDIO IPPODROMO – «La soprintendenza con successiva nota prot. 34644 del 04/12/2017 prende atto della nuova proposta di ricollocazione del settore di tribuna come da planimetria allegata, con la prescrizione che il progetto esecutivo dovrà essere sottoposta all’esame della stessa», si legge nelle prescrizioni. È chiusa, quindi, definitivamente la querelle iniziata a San Valentino dello scorso anno con la decisione dell’allora soprintendente, Margherita Eichberg, dai avviare l’iter di apposizione del vincolo architettonico sulle tribune, poi bocciato dalla Conferenza dei Soprintendenti e dalla Direzione Generale dello stesso Ministero. Sulla stessa identica lunghezza anche la Sovrintendenza comunale.



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