AS ROMA NEWS JUVENTUS MOURINHO – «Ha vinto l’atteggiamento». Provate a dargli torto. La Roma che supera di misura la Juve, riaggancia il treno Champions e sfodera una prestazione da sporca dozzina, è l’emblema del manifesto mourinhano. Pratica e cattiva, con i fedelissimi di José che danno l’anima in campo per far felice il loro profeta, deluso dopo la prestazione di Cremona, scrive Il Messaggero.
E così Mancini si riscopre Dunga, Smalling annichilisce Vlahovic, Pellegrini si sdoppia nel ruolo di falso nueve e mediano, il soldato Matic si trasforma nella proiezione del lider maximo portoghese in campo. In una delle notti più attese dal tifoso (l’altra non può essere che il derby), la Roma si riscopre Special. E lo fa dopo un sali e scendi di umori, sensazioni e prestazioni che l’ha portata in stagione ad avere più volti di un Giano Bifronte.
Sciatta (come a Razgrad, Udine o contro i Balla-boys, ieri ko 3-2 contro il Sassuolo), esaltante e perché no, divertente (leggi primo tempo con il Salisburgo) ma soprattutto pratica, fisica, pronta allo scontro. E alla fine, c’è poco da fare: questo è il terreno che il profeta di Setubal preferisce, quello che sente più nelle sue corde e che gli ha permesso d’invertire un trend che poco aveva a che fare con il dna romanista.
Perché anche la Rometta degli anni 70′ o quella poco vincente degli anni 90′ era capace di moti d’orgoglio quando incrociava Napoli, Juventus, Lazio o le due milanesi. Con Mou, s’è tornati all’antico. E quindi a vincere gli scontri diretti: sono già 8 i punti conquistati (4 alla Juve, 3 all’Inter e 1 con il Milan) con ancora tre gare (derby, Milan e Inter) da disputare. Lo scorso anno furono appena 5, nell’ultima stagione di Fonseca, soltanto 6.
Per uno pratico come Mou, i numeri sono lo specchio del credo calcistico. La sua priorità resta sempre la difesa, il clean sheet è la stella cometa. Così con domenica sono 5 i successi interni consecutivi senza subire reti che portano il totale a 7 in campionato e salgono a 10 sommando le vittorie in trasferta a Salerno, Genova e La Spezia. In Europa, considerando i 5 principali tornei, soltanto il Barcellona in casa ha subito meno gol (1) rispetto ai giallorossi (5).
Una solidità difensiva che ha garantito 7 punti in più rispetto allo scorso anno. Singolare che la differenza reti sia sempre la stessa (+11) ma i 21 gol presi a dispetto dei 32, contano maggiormente rispetto a quelli segnati in meno rispetto al 2021-22 (32 a 43). Meno marcature fatte (che hanno visto tra l’altro 6 volte decisivi i centrali difensivi contro Cremonese, Inter, Lecce, Milan, Empoli e Juve) e subite, sono la fotografia della Roma a cortomou…so: 9 le vittorie di misura in campionato (1-0 e 2-1) che lanciano i giallorossi nella royal rumble stagionale per un posto nella prossima Champions.
Il canovaccio, quando gli riesce, è sempre il solito: lasciare il possesso-palla all’avversario (anche con la Juve 60-40), linea difensiva a 3 che si trasforma in un blocco di 7 uomini (compresi i due mediani) se non addirittura 10 come contro i bianconeri; centravanti che, quando gioca, è chiamato a prendersi il pallone in posizione più arretrata, in modo da aprire spazi (ecco perché ci rimase malissimo quando partì Dzeko, ancora il numero 1 nel ruolo).
Nessuno si offenderà, ma José adora giocare sull’episodio. Che sia una palla ferma o un diagonale di Mancini da fuori area, poco cambia. Perché al 90′ – anche in serate come quella di domenica dove la statistica degli expected goal è 0,53 (understat.com) – alzi la testa e leggi sul tabellone 1-0. E ti rendi conto che per l’ennesima volta ha avuto ragione lui, José da Setubal.
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