(Il Messaggero) La crisi della Roma è raccontata dai numeri ed evidenziata dalla classifica. L’ultimo successo il 16 dicembre contro il Cagliari, poi 7 partite senza vittorie: il ko contro il Torino per l’eliminazione dalla Coppa Italia e i 3 pareggi in 6 gare di campionato. Rendimento da retrocessione. E scivolamento al 5° posto, fuori dalla zona Champions. L’attacco si è inceppato dal 1° dicembre (3-1 contro la Spal):, nei successivi 9 match, segnando al massimo 1 gol, è diventato l’8° del torneo. Di Francesco, oltre ai risultati, ha visto scomparire il gioco e i giocatori (non solo per gli infortuni). La società, invece, ha saputo solo pensare al ridimensionamento della rosa. Emerson, titolare con Spalletti, è andato via perché garantisce 19 milioni di plusvalenza: il Chelsea lo ha pagato 20 milioni (+ 8 di bonus). Ora si pensa a Laxalt del Genoa, con Peres da Ballardini. Dzeko, invece, ha detto no al club di Abramovich. Ora è dura riaprire la trattativa. Il centravanti ha comunque affidato due lettere (se resta o va via) al suo pr. In bilico più per scelta di Pallotta che sua. Domenica se n’è avuta la conferma. Nel pre-gara Monchi ha continuato a sostenere che l’offerta del Chelsea non è soddisfacente (così riuscirebbe a smarcarsi se l’affare non andrà in porto). E ha dimenticato la gaffe Ruediger: «Ma qui, non si dà valore a quello che dice il ds?». Gandini si è sbrigato a smentirlo: «Bisogna essere in tre per cercare un accordo». L’allusione dell’ad è inequivocabile: c’è l’intesa tra i club, non il si del centravanti.
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA