Proseguono, molto silenziosamente e sotto traccia, i lavori della (nuova e mimetizzata) Conferenza di Servizi preliminare fra Campidoglio e As Roma sul progetto rivisto del nuovo Stadio di Tor di Valle. Dopo le consegne di materiale, avvenute a più riprese durante i mesi di marzo e di aprile, ieri sarebbe stato consegnato dalla Roma in Comune, di fatto, tutto il progetto rivisitato dopo l’accordo Raggi-Baldissoni-Parnasi del 24 febbraio scorso.Come oramai più volte ricordato, il 15 giugno scadono i termini che la Regione Lazio ha fissato per evitare di ricominciare tutto l’iter davvero da capo. In queste settimane, quindi, Comune e club giallorosso stanno dando vita a una vera e propria corsa contro il tempo: l’obiettivo è quello di presentarsi in Regione con la nuova delibera di pubblico interesse approvata e con il nuovo progetto pronto. Mentre, però, lato proponenti giungono costantemente consegne di nuovi materiali, lato Campidoglio il testo della nuova delibera latita. A fine marzo la Giunta Raggi ha adottato una prima delibera con la quale venivano fissati i primi paletti per il nuovo progetto così come decisi dall’accordo di fine febbraio. Poi, un paio di settimane fa, un’altra memoria di Giunta che ha sostanzialmente ribadito questo accordo. Ma della vera e propria nuova delibera di pubblico interesse non c’è traccia. L’intendimento prevalente in Comune è quello di ritenere questa futura nuova stesura solo un atto «innovativo» di quella di Marino, collocata all’interno di un procedimento già avviato. Per questo (e per risparmiare tempo) l’idea è quella di non dover avere ora un nuovo voto di Commissioni e Municipi su questo testo, ma che sia sufficiente solo la ratifica dell’Aula Giulio Cesare. Con questo iter, infatti, una volta che la nuova delibera fosse portata e adottata in Giunta si tratterebbe poi solo di calendarizzarla e votarla in Consiglio.

Roba che si può fare davvero in una settimana. Solo che la delibera va scritta. E ciò che sta avvenendo ora, fra il Campidoglio e i proponenti, è una «riedizione mimetizzata» della Conferenza di Servizi preliminare non convocata ufficialmente ma, di fatto, al lavoro. Al di là del chiacchiericcio mediatico, buono per le tifoserie pro/contro la Raggi e la sua Giunta, i no tecnici (e, quindi, politici) del nuovo progetto sono ancora tutti da sciogliere. Né le dichiarazioni reiterate di Sindaco, Assessori e Consiglieri hanno chiarito i punti principali. Non è stata definita la questione del vincolo trentennale fra la proprietà dello Stadio e quella della As Roma: nella delibera Marino era stato apposto questo vincolo. Nelle carte della Raggi però è sparito. Manca poi il chiarimento sul problema dei ponti: la Roma, nel progetto originario, prevedeva la costruzione di un nuovo svincolo sulla Roma-Fiumicino a Parco de’ Medici con la realizzazione di un ponte sul Tevere. Poi è entrato in gioco il ponte dei Congressi che, finanziato con 140 milioni dallo Stato, è assai indietro a livello di progettazione e prevederebbe comunque l’innesto dalla via del Mare che sarebbe l’unica strada di accesso e deflusso dal nuovo complesso. Manca una decisione in merito: si costruisce quello della Roma pagandolo con i soldi dell’altro? Oppure si rimane su quello dei Congressi? Altro interrogativo senza risposta: il potenziamento del trasporto pubblico appare assai indebolito. Il Campidoglio 5 Stelle punta (mediaticamente) tutto sui soldi che la Regione e lo Stato hanno stanziato per la Roma-Lido. Ma ha di fatto quasi totalmente depotenziato gli investimenti della Roma, pur di arrivare a tagliare le tre torri. Unica vera novità rispetto al progetto originario è l’unificazione della via del Mare/via Ostiense non più solo dal Raccordo allo Stadio ma dal Raccordo all’intersezione con viale Marconi, circa 3 km in più. Il resto – taglio delle torri, il verde e i sistemi di costruzione ecologici – è tutta roba già messa nel progetto originario basato sulla delibera Marino e che la Raggi prova a rivendere come un suo successo.

(Il Tempo – F. Magliaro)



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