Rischia di diventare il Gronchi rosa delle maglie da calcio quella della Roma 2017-18 con il numero 10 e il nome Totti sulle spalle in vendita da ieri nei Roma store della capitale. Una maglia che Francesco quasi sicuramente non vestirà mai. Quella di domenica sarà la sua ultima partita in giallorosso. E stavolta non sono illazioni. Lo scrive lui stesso sulla sua pagina facebook accanto a una foto di spalle in cui sembra scrutare l’orizzonte. «Roma-Genoa, domenica 28 maggio 2017, l’ultima volta in cui potrò indossare la maglia della Roma – scrive Francesco -. È impossibile esprimere in poche parole tutto quello che questi colori hanno rappresentato, rappresentano e rappresenteranno per me. Sempre. Sento solo che il mio amore per il calcio non passa: è una passione, la mia passione. È talmente profonda che non posso pensare di smettere di alimentarla. Mai. Da lunedì sono pronto a ripartire. Sono pronto per una nuova sfida». Insomma, il futuro di Totti non sarà più giallorosso ma solo giallo. Che non ci sia più spazio per lui nel roster della Roma del prossimo futuro pare certo, Spalletti o non Spalletti. L’unica incognita sembra solo quanta parte di Roma-Genoa il tecnico giallorosso lascerà al capitano: se lo farà partire titolare o lo schiererà negli ultimi minuti per l’ultimo valzer. La partita infatti per la Roma è fondamentale: c’è in ballo il secondo posto e i 35 milioni garantiti della qualificazione diretta ai gironi della Champions, senza passare da quei preliminari che per la Roma all’alba di questa stagione si sono rivelati un’imboscata. E Spalletti quest’anno quando la partita contava una maglia da titolare per Totti non l’ha trovata mai.
Certo, il fatto che il Genoa ormai salvo arrivi all’Olimpico presumibilmente mansueto come un gattone aumenta le chance del capitano. Certo sembra strano che alla fine di questa stagione che è stato un interminabile stallo messicano entrambi i nemici se ne vadano altrove, lasciando la Roma più povera e meno bella. A meno che Monchi o il nuovo allenatore non riescano nell’improbabile compito di far cambiare idea a Totti, la sua storia in giallorosso si chiuderà a 40 anni, 8 mesi e un giorno, esattamente 290 mesi dopo il suo esordio avvenuto il 28 marzo 1993 a Brescia. Allora l’allenatore era Vujadin Boskov. Poi ne passeranno altri 15 in 17 mandati (Zeman e Spalletti faranno il bis), dalla A di Andreazzoli alla Z di Zeman, appunto. Se l’idea non cambierà, quale sarà il futuro di Totti? Gli esegeti del verbo tottiano sono già al lavoro. Nel messaggio è chiara la sua voglia di restare nel calcio giocato e di rinviare l’inizio di quel contratto sessennale da dirigente già firmato con Trigoria. Ma la «nuova sfida» dove sarà? Difficilmente in Italia, un po’ per non sporcare la sua storia romanista e un po’ perché a 41 anni difficilmente reggerebbe i ritmi della serie A anche in una piazza piccola e presumibilmente adorante. Quindi avanzano le ipotesi della passerella al piccolo trotto (e al caldo) a Miami o a Dubai. In quest’ultimo caso il tormentone a Roma sarebbe garantito: «A France’, ma ’ndubai?».
(Il Giornale – A. Cuomo)
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