AS ROMA NEWS SHERIFF MOURINHO EUROPA LEAGUE – Dopo Tirana e Budapest, Mourinho ci riprova. L’appuntamento che il portoghese ha fissato in agenda è per il 22 maggio a Dublino. Il lungo viaggio europeo parte questa sera, a Tiraspol, città di 134mila abitanti, nata sulla riva sinistra del fiume Dnestr, a 10 chilometri dal confine con l’Ucraina, scrive Il Messaggero.
Per l’Onu siamo in Moldavia ma guai a dirlo da queste parti. Lo sbarramento con due camionette militari al check point e la richiesta di passaporti ad una ventina di chilometri dalla città, fa capire come in realtà chi abita a Tiraspol ritenga di far parte dell’unità territoriale autonoma della Transnistria, riconosciuta ad oggi soltanto dall’Abcasia, dall’Ossezia del Sud e dall’Artsakh con le quali ha costituito nel 2006 la Comunità per la democrazia e i diritti dei popoli, per poi chiedere 4 anni dopo l’annessione alla Russia.
Politica a parte e con la guerra a due passi, questa sera si gioca. Mourinho non vuole ripetere l’avvio dello scorso anno che, complice il ko in Bulgaria contro il Ludogorets al debutto, costrinse i giallorossi ai playoff contro il Salisburgo. Schiererà quindi una «squadra vera. Ho portato anche i giovani Mannini e D’Alessio ma non partiranno dal via», spiega sornione lo Special. Che non si sbilancia sul tandem Belotti-Lukaku («Non ve lo dico chi gioca davanti») ma fa un’eccezione per la porta: «Ci sarà Svilar».
È una vigilia soft che si accende solo quando a Mou viene menzionata Budapest: «Continuerò a dire fino all’ultimo giorno, e magari anche dopo la fine della mia carriera, che la finale di Budapest non l’abbiamo persa. Lo dirò ogni volta che parlerò di quella partita». È un attimo. Non dà l’idea di voler polemizzare. Il fioretto in campionato («Non voglio prendere squalifiche») vuole estenderlo anche all’Europa. Ma quella partita è un nervo scoperto. Gli è rimasta indigesta come alla totalità dei tifosi romanisti.
Dublino, al 21 settembre, è lontana e non è tempo ancora per sbilanciarsi se l’agognata Champions sia più semplice da conquistare attraverso l’Europa o il campionato. Nella politica dei piccoli passi inaugurata alla vigilia del match con l’Empoli, la linea guida del portoghese non cambia: «Onestamente non lo so. L’anno scorso tutti abbiamo avuto la sensazione che si potesse fare sia attraverso il campionato che per la via europea. E fino alla giornata numero 30 è stato così, eravamo terzi e ai quarti di finale della competizione. Poi sono subentrati gli infortuni ed è cambiato tutto. In questa stagione in A ci sono tante squadre che ambiscono ai primi 4 posti ma anche in Europa non mancano gli squadroni. Dal Liverpool al Brighton, passando per il West Ham e l’Atalanta sono tante».
Senza contare i famigerati squali che scenderanno tra un paio di mesi dalla Champions. Meglio non pensarci adesso. Intanto l’obiettivo «è arrivare primi nel girone, sarebbe importante». Per farlo, bisogna partire con il piede giusto questa sera. Formazione con il tridente difensivo schierato contro l’Empoli e il ritorno dal 1′ di Zalewski e Karsdorp.
Se per Mou il futuro non conta, per l’olandese è il passato che va accantonato: «Con il tecnico è tutto chiarito. Abbiamo parlato e come accade nella vita ci sono i buoni e i cattivi momenti. Amo giocare per questo club. Abbiamo vinto la Conference League e siamo arrivati in finale di Europa League la scorsa stagione. Ora ci riproviamo, anche perché giochiamo sempre per vincere». Se non fosse per l’accento inconfondibile, sembra di sentir parlare lo Special. A dimostrazione del ritrovato feeling tra i due.
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