(Il Messaggero – S. Carina) Eusebio Di Francesco e Ernesto Valverde si conoscono bene. E si somigliano: con i risultati, stanno mettendo a tacere le critiche che vorrebbero le rispettive squadre più spettacolari. L’ultima volta si sono affrontati il 24 novembre del 2016 al San Mames, in Atletico Bilbao-Sassuolo, penultima sfida del girone F di Europa League. Vinsero i baschi per 3-2 in una gara bellissima, paradossalmente più convincente e avvincente rispetto al successo emiliano per 3-0 del 15 settembre. Leggenda narra che fu proprio da questo duplice match che Monchi rimase colpito dell’operato dell’allenatore abruzzese – segnalato in seguito da Baldini a Pallotta per il post-Spalletti – e poi effettivamente scelto dal ds spagnolo come nuova guida tecnica della Roma. Anche all’epoca, Eusebio era la matricola, il debuttante, il «Cenerentolo» di turno e Valverde il tecnico della big, della squadra di prima fascia. A tal punto che alla vigilia del primo incontro, il club basco su Twitter peccò di presunzione: «Ciao Sassuolo siamo felici di accompagnarvi nel vostro debutto. Se incontrate dei leoni in campo, non abbiate paura, sono i nostri calciatori». Chissà che non possa accadere anche stavolta. I media catalani sono certamente sulla buona strada, avendo esultato al momento del sorteggio come se il Barcellona avesse pescato nell’urna il Poggibonsi (con tutto il rispetto per la squadra toscana che milita in serie D) e non una squadra che comunque, nel suo piccolo, ha eliminato l’Atletico Madrid e messo in fila nel girone anche il Chelsea. È chiaro che i quarti di finale di Champions non sono nemmeno paragonabili alla prima partita di un girone di Europa League, dove tra l’altro il Sassuolo si presentò senza Berardi, Sensi, Missiroli e Gazzola e con nove undicesimi al debutto in una gara europea. Stavolta l’assenza certa è quella di Under con la speranza (concreta) di poter recuperare Nainggolan.
LA ILUSION’ – «Ci sono partite in cui non puoi pensare di fare gioco per 90 minuti ma nemmeno attendere all’infinito, soprattutto contro squadre forti come il Bilbao. L’importante era rimanere corti e sfruttare i momenti», furono le prime parole di Di Francesco al termine del match vinto 3-0. Un po’ quello che ha ripetuto ieri in una lunga intervista a Roma Tv: «Non dobbiamo partire col pensiero di aspettare. Ci può stare perché sono bravi però l’aspetto fondamentale sarà rimanere corti e inibire il prima possibile il prima possibile la fonte di gioco iniziale. Il Barcellona ti porterà al contrario ma la forza sarà di farglielo fare il meno possibile». È chiaro che Iniesta, Messi e Suarez hanno pochi rivali al mondo ma anche 18 mesi fa, per una banda di debuttanti, i vari Muniain, Iñaki Williams e Aduriz sembravano una montagna impossibile da scalare. Di buono, c’è che la Roma non ha nulla da perdere. Come hanno ripetuto Fazio e Perotti a Marca, «El Barça tiene la presion, nosotros la ilusión». E allora, tanto vale giocarsela. Perché come ricorda Eusebio, «il Barcellona è una squadra fortissima ma la paura non aiuta».
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