«Con la scusa di costruire uno stadio, in realtà si costruisce un intero quartiere, andando ad intasare un intero quadrante della città». Così parlò il blog di Beppe Grillo. Non oggi, ma nel dicembre del 2014. Quando cioè l’amministrazione di Ignazio Marino faceva votare al Consiglio comunale, a colpi di maggioranza, la delibera per conferire «l’interesse pubblico» alla controversa operazione del nuovo stadio a Tor di Valle, su cui oggi i grillini di governo dovranno prendere una decisione (entro il 3 marzo, quando scade la conferenza dei servizi). È questo post, scritto due anni fa sul Blog dal profilo ufficiale del Movimento 5 Stelle Roma, che ora viene sbandierato dagli «ortodossi» pentastellati per non ammainare i cartelli del «No alla speculazione» e non cedere al pressing orchestrato da Pallotta per convincere la sindaca Virginia Raggi ad avallare un’operazione che potrebbe fruttare a lui e agli altri privati, secondo alcune stime, fino a 800 milioni di euro. D’altronde le parole che compaiono su beppegrillo.it sono fin troppo esplicite. Non si tratta di piccole «revisioni» al progetto, come trapelava due giorni fa dalla giunta. Vengono elencati 10 pesantissimi «No».

«Il progetto prevede la costruzione di un grande centro direzionale e centro commerciale con dentro un piccolo stadio di proprietà del signor Pallotta». Altro che stadio della Roma. Oltre alla sproporzione delle cubature («un milione di metri cubi di cemento, di cui solo il 14% per lo stadio»; «il progetto stravolge il piano regolatore»), il post punta il dito sulle «nuove infrastrutture di trasporto» che verrebbero pagate dai privati e che in realtà sono «utili esclusivamente al Business Park, aggravando le condizioni di vita dei pendolari e di chi vive in quel quadrante». Insomma «l’affare lo fanno le famiglie Parnasi e Armellini», cioè il costruttore partner di Pallotta e la famiglia «proprietaria dei terreni il cui valore sarà decuplicato».

Il blog attacca ancora Parnasi, che ha venduto all’ex Provincia di Roma «un grattacielo nello stesso quadrante, voluto da Zingaretti e realizzato da Parnasi (costato 263 milioni di euro)» che all’epoca dellA denuncia era vuoto (ora è occupato). A frenare qualunque possibilità di costruire l’«Ecomostro» a Tor di Valle, secondo il blog di Grillo, c’è il fatto che «l’area è palesemente inidonea, infatti l’Autorità di bacino del Tevere ne ha evidenziato l’elevato rischio idrogeologico».

(Il Messaggero – L. De Cicco)



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