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Rassegna stampa

Quel 3-0 al Barça una magia da ricordare

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(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini) Un assaggio di quel lontanissimo pianeta chiamato Roma. Prima del ritorno col Barcellona: «Io schiererei le riserve, è solo un’amichevole di lusso, la partita vera è il derby di domenica». Il giorno dopo l’impresa: «La Lazio? No, il campionato non interessa, grazie». Hai voglia a cercare la sfumature di grigio che invoca il direttore sportivo Monchi, se poi persino il presidente James Pallotta si butta nella fontana di piazza del Popolo e più tardi vaga per le vie del centro invitato dai tifosi a condividere momenti di bella vita. Roma s’è rifatta il look per una notte, giallorossa come nei giorni speciali, esplosa in un moto d’amore perché nulla è più dirompente dell’inatteso.

L’impresa Il tre a zero al Barcellona entra a gamba tesa nelle pagine di storia del club: 10 aprile 2018, azione regolare, senza fare fallo, solo una mossa decisa ad anticipare delusioni e a programmare (nuovi) sogni. La qualificazione alla semifinale di fronte al più forte dei più forti, Leo Messi, porta ben stampato il nome di Eusebio Di Francesco. Il sabato prima la Roma perde in casa con la Fiorentina e il tecnico fa le 5 del mattino a immaginare come avrebbe potuto complicare la vita al collega Ernesto Valverde. «Non riuscivo a prendere sonno», racconterà. Benedetta notte. È lì che il tecnico partorisce l’Idea: difesa a tre, Florenzi e Kolarov sganciati sulle fasce, Schick più vicino a Dzeko. Si pensa a un film inedito, ne verrà fuori un capolavoro. L’Olimpico è pieno, dirà De Rossi dopo la partita di avere incitato così i compagni: «Se credono i tifosi, dobbiamo crederci anche noi». Pronti via e dopo 6’ Dzeko fa 1-0: bene, ma il 4-1 del Camp Nou è ancora troppa ciccia da digerire. Ma è questione di tempo, come quando la mamma frena il bambino che vuole fare il bagno: al 13’ della ripresa Dzeko va giù in area, l’arbitro Turpin ci pensa un po’ e poi concede il rigore, De Rossi dal dischetto fa 2-0. Ora ci sperano tutti, tra una maledizione e l’altra lanciata a Gonalons, che all’andata aveva regalato a Suarez il 4-1: «Ah, se non ci fosse stato quell’errore…». Messi però è lì che non reagisce, Alisson è in relax, Nainggolan ci prova con una girata, Ter Stegen frena El Shaarawy. Entra Under, DiFra gli urla: «Oh, fai gol». Il turco esegue per via indiretta. Minuto 30, conquista un angolo, lo batte sul primo palo, Manolas va in anticipo e la spizza dall’altra parte: 3-0, boato come non era dal 17 giugno 2001. Il resto è resistenza, è un soffio a sporcare il tentativo di Messi e a spingere fuori il pallonetto di Dembélé. Il film è completo, in gol gli stessi del Camp Nou, stavolta tutti nella porta «giusta». La Roma esulta, le strade si riempiono: Ponte Milvio, Testaccio, l’onda arriva fino a Trigoria. Magia è quando a magia credi. E la Roma ci ha creduto.



FOTO: Credits by Shutterstock.com

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